domenica 24 gennaio 2010

L'Unità, 20 gennaio 2010

Processo-breve per lui, 500 mln per loro. L'Anm: «È una resa alla criminalità»

Pier Luigi Bersani è tornato a criticare il processo breve. «È un tema di discriminazione palese e questo può vederlo chiunque», ha detto il segretario del Pd a margine di un ricordo alla Camera di Paola Manzini. Bersani ha auspicato che nel passaggio del testo dal Senato a Montecitorio «possano risultare più chiari» gli effetti della norma e possa esservi «qualche elemento di valutazione e giudizio in più anche per la maggioranza che deve riflettere». In ogni caso, ha ribadito, «credo che alla Camera combatteremo con forza» contro la legge.

Niente mezze misure nemmeno per l'Associazione nazionale magistrati. Scempio penale. «Questa è la resa dello Stato di fronte alla criminalità. Noi abbiamo il dovere di denunciare la gravità delle conseguenze di questa legge». Così Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm, commenta su Ecoradio il sì del Senato al processo breve. «Il presidente del Consiglio continua ad avere scarso senso delle istituzioni usando espressioni ingiuriose nei confronti dei magistrati - rileva Cascini - per reagire a questa pretesa persecuzione giudiziaria la maggioranza e il governo decidono di distruggere l'intera giustizia penale in Italia. Si stanno mettendo in discussione le fondamenta dello Stato democratico».

Il male principale, secondo il segretario del sindacato delle toghe, «è realmente il tema della durata dei processi. Abbiamo indicato una serie di interventi possibili anche senza investimenti per garantire una migliore funzionalità della macchina giudiziaria. In Italia, purtroppo, ogni volta che si parla di riforma della giustizia vengono fuori solo due temi: le vicende personali del presidente del Consiglio e come fare per dare maggiore potere alla politica per controllare i magistrati. La giustizia che riguarda tutti i cittadini - conclude Cascini - non interessa nessuno».

Leggendo con attenzione il decreto passato ieri al Senato, emerge poi un vero scempio contabile. Un mancato incasso per la casse dello Stato che si aggira su centinaia di milioni di euro. Non solo negata giustizia per i cittadini che vedranno dichiarati morti processi ancora non conclusi. Anche un danno erariale di cui, chissà quando, sarà possibile avere un conteggio preciso. Siccome il processo breve prima versione era ad alto rischio di incostituzionalità, proponenti e relatori si sono dati da fare per allargarne il più possibile i campi di applicazione oltre il penale, coinvolgendo anche i reati contabili e le persone giuridiche, la responsabilità amministrativa delle società, quelle di Berlusconi comprese.

La verità è che sarebbe più giusto definire il processo breve una norma non per una persona sola (Berlusconi) ma «per la casta» (il copyright è di Gianpaolo D’Alia, Udc), in difesa dei privilegi e degli abusi della casta. I reati contabili, ad esempio. Il Pd sta preparando un’interrogazione parlamentare per sapere nel dettaglio quanti sono i procedimenti davanti ai vari distretti della Corte dei Conti destinati a morire con il processo breve, a quanto ammonta il danno erariale e a quanto il mancato incasso per lo Stato, cioè il risarcimento a cui sono stati condannati i vari amministratori che hanno sprecato e frodato le casse pubbliche. Il senatore Casson ha un dato che parla di 500 milioni di euro di danno erariale (inferiore è la cifra del risarcimento). Angelo Buscema, presidente del sindacato delle toghe contabili, ha avviato un monitoraggio nei vari distretti per avere nel dettaglio i giudizi che da subito verrebbero spazzati via dal provvedimento (decadono i procedimenti se dalla citazione a giudizio sono trascorsi cinque anni senza che si sia arrivati a un giudizio di I grado).

Le regioni più interessate sono Lazio, dove pendono giudizi di responsabilità per le consulenze ministeriali e sul caso Rai-Meocci, Lombardia (inchieste su appalti, sanità e assunzioni facili da parte del sindaco Moratti) e Campania dove sono incardinate da più di cinque anni molti giudizi che riguardano i rifiuti. I magistrati contabili spiegano che il problema non è la lunghezza dei loro processi quando il fatto che spesso devono sospenderli in attesa del penale.

Tra i sicuri beneficiati dalla norma emerge, in pieno conflitto di interesse, il senatore Giuseppe Valentino, ex di An, che ha un giudizio pendente davanti alla Corte dei Conti del Lazio per una storia di sprechi e consulenze quando era sottosegretario alla Giustizia con il Guardasigilli Roberto Castelli. Bene: Valentino è anche l’autore delle norma, colui che materialmente l’ha scritta per salvare, quindi, se stesso. Altri beneficiati sono lo stesso Castelli (anche lui ha dato una mano a scrivere il testo), gli onorevole Iole Santelli e Alfonso Papa, tutti del Pdl, coinvolti in quella stagione di consulenze facili.

Un’altra faccenda che rischia di essere cancellata riguarda l’ex cda della Rai, a maggioranza di centrodestra, che nel 2005 nominò Alfredo Meocci direttore generale Rai pur essendo incompatibile. La Procura regionale della Corte dei Conti ha chiesto 50 milioni a 16 sedici persone tra cui l’ex direttore generale Flavio Cattaneo e l’ex ministro dell’Economia Domenico Siniscalco.
Tra i beneficiati risultano, al momento, anche il sindaco di Milano Letizia Moratti per un procedimento che ancora una volta riguarda assunzioni e consulenze al comune di Milano. E molti amministratori campani che in questi anni hanno sperperato decine di milioni di euro con il business dei rifiuti.

Il processo breve è un’amnistia generale. Non solo penale. Anche, soprattutto, contabile. Per non parlare dei benefici per le società tra cui Telecom (dossier Tavaroli), Impregilo (750 milioni di illecito profitto negli appalti dei rifiuti), la Green holding di Grossi e Italease imputata per omessa vigilanza sui presunti reati commessi da ex manager della banca. Più casta di così.

giovedì 21 gennaio 2010

Moretton, capogruppo PD:
“KOSIC HA FALLITO! PIANO SANITARIO DA RIFARE!”

E ora la maggioranza conviene con quanto, da qualche tempo, il gruppo PD sostiene in merito al piano sanitario presentato da Kosic.
La maggioranza converge sull’opportunità di rivedere totalmente il piano di Kosic con l’obiettivo di salvare e tutelare tutte le strutture ospedaliere, puntando piuttosto a renderle più efficienti e meno dispendiose dal punto di vista burocratico-amministrativo.
Con questi presupposti, credo possa aprirsi un dialogo. Torniamo pertanto a quanto lasciato dalla passata legislatura e impostiamo, su quella base , le nuove linee direttive programmatiche con alcuni punti fermi: a) le strutture ospedaliere permangono; b) l’azienda unica dovrà aspettare e le attuali ridistribuite in tre aziende. In questo modo l’utente non sarà costretto a subire il grave disagio di vedersi togliere totalmente anche l’attività più semplice di assistenza ospedaliera. In questo modo le strutture rimangono abilitate e possono comunque garantire tempi brevi per le varie specialità.
E’ evidente che gli esiti del vertice della maggioranza del centro-destra ci danno ragione. A distanza di quasi due anni viene riconosciuto come il nostro piano, oltre ad avere una sua logica, aveva iniziato un percorso innovativo e ridimensionato della sanità. I fatti danno ragione alle denunce del gruppo PD che da due anni evidenzia l’aleatorietà e la fumosità delle proposte di Kosic: grandi parole e progetti sconfessati poi dalla sua stessa maggioranza. A questo punto mi pare che ogni commento sia inutile!
Ovviamente il PD come sempre è disponibile a un confronto e a una collaborativa partecipazione, finalizzata alla stesura di un piano sanitario che trovi continuità nel tempo. L’auspicio è che il messaggio arrivi e venga accettato da questa maggioranza pensando al bene e alle opportunità della nostra regione.

Trieste, 20 gennaio 2010


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Partito Democratico
Circolo di Sacile



Il Circolo del Partito Democratico di Sacile organizza

UN DIBATTITO PUBBLICO SU

FINANZIARIA REGIONALE,
PIANO SOCIO SANITARIO 2010-12
TAGLI, RIDUZIONI, RESTRIZIONI
L’OSPEDALE DI SACILE NON PIU’ MENZIONATO



MARTEDI’ 26 GENNAIO 2010, ORE 20.30
SACILE
EX CHIESA DI SAN GREGORIO - VIA GARIBALDI

relatori
Ezio Beltrame
già Assessore regionale alla Salute e Protezione Sociale nella Giunta Illy

Paolo Pupulin
Consigliere regionale del Partito Democratico

interverranno
Gilberto Tomasella, Giovanni Buttignol, Franco Igne e Daniela Pillon
Consiglieri comunali del PD

coordina
Massimo Poletto
Segretario del Circolo PD di Sacile

I CITTADINI SONO INVITATI A PARTECIPARE

PD, Circolo di Sacile, v.lo Zamboni, 1 - c.i.p. 11/01/2010

giovedì 14 gennaio 2010

ACQUA: BENE ESSENZIALE
DI TUTTI
O AFFARE PER POCHI?

“Il decreto Ronchi e la privatizzazione
della gestione dell’acqua e del servizio idrico integrato”
ne parliamo

MARTEDI’ 19 GENNAIO 2010
ORE 20,30
presso la sala ex latteria di Ranzano

Interverranno:

- Alberto Carniel, già direttore ARPA F.V.G.
- Stefano Del Cont Bernard, Sindaco di Aviano, Presidente A.T.O.
Occidentale
- Luciano Nonis, Direttore Generale Sistema Ambiente S.r.l.

Concluderà:
- Gianfranco Moretton, capogruppo in Consiglio Regionale del Partito
Democratico
Moderatore:
-
- Franco Anese, Consigliere Comunale Partito Democratico Fontanafredda

In collaborazione con il circolo di Fontanafredda di “Italia dei Valori”
e con le liste “Idee in Comune” e “La Rosa”.

C.i.p Via L.Sturzo 1, 33170 Pordenone.

lunedì 11 gennaio 2010

Osservazione su P.A.C."Corte Grigoletti"

Al Sig. Sindaco del
Comune di Fontanafredda
Via Puccini 8
33074 Fontanafredda

p.c. ai Capigruppo Consiliari


Fontanafredda, 21.12.09

Opposizione al P.A.C. “ Corte Grigoletti” adottato il 19.10.09

Il sottoscritto Franco Anese, in qualità di Consigliere Comunale del Gruppo del Partito Democratico, esaminata la documentazione agli atti sul P.A.C denominato “CORTE GRIGOLETTI” situato in zona centrale e strategica della frazione di Fontanafredda e ricadente in zona A3, formula qui di seguito la seguente opposizione:

- premesso che l’iniziativa edificatoria insiste su un’area di mq. 1.820 identificata dal mappale 5 del foglio 40 che, sebbene catastalmente indipendente, è in realtà il giardino di una villa d’epoca e di pregio del contesto storico di Fontanafredda;

- ricordato che tale villa aveva nel passato un parco molto più ampio, di cui il cosiddetto “brole” retrostante l’abitazione, era stato già più e meno recentemente spezzettato e ceduto per realizzazione di vari fabbricati residenziali, da ultimo oggetto di costruzione di una supposta casa di riposo per anziani di iniziativa privata;

- atteso che la storicità e la preservazione architettonica ed ambientale viene comprovata dalla sua classificazione in A3, fatto confermato nel tempo anche da più amministrazioni comunali che si sono succedute;

- verificato che l’area di delimitazione della A3 comprende sia l’edificio storico sia il lotto interessato dal PAC (a prova del fatto che prima anche la proprietà era unica) e pertanto che qualsiasi intervento sul lotto dovrebbe essere unitario e caratterizzato da tipologie conservative e solo in funzione della valorizzazione della esistente villa;

- appurato che le norme tecniche di attuazione del PRGC per le zone A3 si parla di “preciso e qualificato interesse storico, artistico e di pregio ambientale che va mantenuto e salvaguardato”, si prescrive l’osservanza di linee guida e di “metodologie rispettose dell’interesse storico, artistico e di pregio ambientale”. Lo stesso PAC le ricorda e comprova che la progettazione urbanistico-edilizia dovrà garantire il permanere delle strutture originarie ed il mantenimento delle fronti e delle corti interne;

- confermata la palese contraddizione che le norme evidenziano tra la conclamata intenzione conservativa delle A3 e la consistente cubatura concessa: 2,50 mc su mq., rapporto di copertura massimo 40% ed addirittura la possibile previsione nel PAC di deroghe (giustificate) alla distanza dal ciglio stradale.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto a nome del gruppo del Partito Democratico formula una determinata opposizione al PAC presentato con le seguenti motivazioni:

1) è palese la contraddizione tra conservazione e pesante impatto edificatorio di mc. 4.550 sul mappale 5 di mq. 1.820 mq. (proprietà C.F.Costruzioni sas, Sacile) che è considerato nel PAC in modo disgiunto dall’edificio storico attualmente di altra proprietà. Ci si chiede ragionevolmente come possa esistere che un PAC, che ricade in ambito conservativo A3 e la cui classificazione trae origine proprio da un edificio storico (la villa), possa essere oggetto di intervento indipendente dal contesto da cui nasce. Va ricordato poi che la nuova costruzione svaluterebbe anche economicamente la villa medesima.

2) Questo ancora di più se si guarda alla possibilità di deroga alle distanze dai confini e dal ciglio stradale, dove non risulta sia rispettata nemmeno la distanza di ml. 5 da una delle vie principali del paese, via Grigoletti, traendo opportunistica motivazione dalla presenza della recinzione di un muro in pietra.

3) Va ricordato che la prevista colata di cemento sul lotto va posta in relazione con l’altro PAC “Fontana” di mq 11.500 ca., che sorgerà dirimpetto, sull’altro lato di via Grigoletti. Potrebbe poi essere inoltrato un successivo PAC per la proprietà della villa (ora Cimolai- Le Maout o chi per essa) con previsioni di ulteriore edificazione di altri mc. 1.852,- Il totale della cubatura potenziale relativa alle iniziative delle aree del centro di Fontanafredda sarebbe pertanto di ben 17.900 mc. Questo comprometterebbe in modo fatale l’equilibrio urbanistico del centro di Fontanafredda.

Propongo pertanto di:

- respingere il PAC attuale e prenderlo in considerazione solo di fronte ad domanda unitaria delle due proprietà perché non ha senso l’accettazione di una proposta di intervento parziale in una zona omogenea di cui manca la parte principale, come da motivazioni già esposte: le A3 non sono zone C ad alta intensità!

- verificare ulteriormente da parte degli uffici tecnici il rispetto, nel PAC presentato, del rapporto di copertura del 40% richiesto dalla normativa;

- variare urgentemente le norme tecniche di attuazione per tutte le A (ed anche per le B0) per modificarne l’esagerato rapporto di cubatura 2,50mc/1 mq;

- introdurre nel PRGC i piani di recupero per le zone più delicate di intervento;

- richiedere e valutare eventuali pareri e suggerimenti di istituzioni pubbliche e private preposte alla conservazione dei beni culturali ed architettonici prima di intervenire normativamente su alcune delicate situazioni oggetto del PRG o confrontarsi con l’esperienza di comuni simili.

Confidando che quanto esposto sia attentamente valutato dalla maggioranza e dalle opposizioni per la responsabilità che le decisioni in questo campo comportano nei confronti di tutti i cittadini, porgo distinti saluti.

Franco Anese – Partito Democratico

Osservazioni al P.A.C. "La Fontana"

Al Sig. Sindaco del
Comune di Fontanafredda
Via Puccini 8
33074 Fontanafredda

p.c. ai Capigruppo Consiliari


Fontanafredda, 15.12.09

Osservazione sul P.A.C. “ La Fontana” adottato il 19.10.09


Il sottoscritto Franco Anese, in qualità di Consigliere Comunale del Gruppo del Partito Democratico, esaminata la documentazione agli atti sul P.A.C denominato “LA FONTANA” situato in zona centrale e strategica della frazione di Fontanafredda e ricadente in zona A41, formula qui di seguito le presenti osservazioni.

Ricordo alcuni dati di sintesi:

- Trattasi di intervento che comprende la ristrutturazione di alcuni fabbricati storici, dalle linee architettoniche tradizionali, già adibite ad abitazioni e depositi agricoli, dove alcuni annessi sono anche di particolare interesse storico ed architettonico (ex filanda). Gli edifici sono costruiti con materiali che - in generale - le norme di attuazione al PRGC chiedono di conservare e/o di ripristinare, quali pietra calcarea, mattone, coppi, con particolari attenzione anche agli elementi specifici quali architravi, stipiti, davanzali ecc. I volumi interessati dalla ristrutturazione sono 1.900 mc. ca.
-
Il P.A.C si sviluppa su un’area importante e strategica pari a ca. 6.970 mq. posta tra via Grigoletti, via Monti, la statale Pontebbana e le fontane di acqua risorgiva che storicamente hanno dato il nome a Fonanafredda. La zona è pure contigua - anche se divisa dal rio Paisa - all’area in cui dovrebbe svilupparsi la programmata piazza di Fontanafredda nonché particolarmente sensibile a fenomeni di acque superficiali data la poca profondità della falda. Dei 6.970 mq di superficie complessiva, 1.825 sono relative ad una piazzola a forma di anfiteatro, a dei percorsi pedonali. Altri mq. 910 sono costituiti dall’attuale cortile dei fabbricati, i restanti mq. 4.629 sono toccati dalle nuove costruzioni. Quattro nuovi corpi che giungono fin sulla Pontebbana per ca. complessivi 11.500 mc. L’indice è stato esplicitamente calcolato pari a 2,50 mc/mq. La volumetria totale dell’intervento, compresa la ristrutturazione, assomma a mc. 12.850 per un calcolo incrementale di abitanti di ca. 130 persone.


La zona A41 - in cui è inserita l’area di intervento – risulta essere la meno conservativa delle zone A, classificazione riservata alle strutture ritenute di maggiore pregio del nostro comune. In tali situazioni si procede per P.A.C. approvato o, in mancanza di questo, applicando le prescrizioni delle zone A3. Queste sono – tra le altre – indice edilizio pari a 2,50 mc/mq, indice di copertura massimo 40%, altezza ml. 9,50 (tre piani). Non sono previste aree verdi e neppure parcheggi, probabilmente in quanto presupposte per interventi in aree più ristrette e centrali, cosa che tuttavia viene prevista in questo P.A.C. per ovvie esigenze di mercato e di vivibilità delle residenze. Dal P.A.C., salvo errori, non rilevo invece un’indicazione del rispetto dell’indice di copertura del 40%, che chiedo quindi venga verificata dagli uffici preposti.
In definitiva, tale area sembra svilupparsi più come una zona C accanto ad una ristrutturazione del tipo B0 in zona particolarmente importante per cui aggiungono una serie di elementi di verde e di “valorizzazione ambientale” che dovrebbe forse “controbilanciare” l’immissione di 11.550 mc di nuovo cemento in pieno centro.


Su questa base, le nostre osservazioni possono essere configurate:

- sull’ opportunità strategica di lasciare ad un’iniziativa edilizia così pesante (nuovi 11.550 mc di costruzioni) un’area verde di tale importanza per Fontanafredda. L’esperienza negativa della mancanza di programmazione del centro di Vigonovo dovrebbe insegnare qualcosa e di questo la maggioranza deve rendersi pienamente responsabile di fronte ai cittadini perché è in gioco il futuro urbanistico ed architettonico dei nostri paesi.

- La pesantezza degli interventi si basa per la gran parte su una normativa che riteniamo non chiara e talvolta lacunosa (norme su A41 ed in generale A1, A3 ed anche B0), soprattutto con indici edilizi esagerati. Quei 2,50 mc/mq, già introdotto dalle amministrazioni precedenti, si presta appunto a trasformare delle A in C in modo del tutto subdolo e pure a stravolgere le B0 (che addirittura hanno 4 piani);

- Se l’intervento presente si contestualizza anche con l’altro P.A.C. che sorgerà dirimpetto denominato ”Corte Grigoletti”, portatore anch’esso di altri 4.550 mc., si può desumere che nel giro di poco tempo il centro di Fontanafredda, vicino alle ville Pierozan (ora Cimolai-Le Maout) e Zilli, al locale Fassina, alle “fontane di risorgiva” ci sarà un pesante impatto ben 16.100 nuovi mc. di cemento.

- Vale la pena di dire anche che, in questa precaria situazione di mercato, le aree potrebbero trasformarsi in cantieri senza fine o in costruzioni che non troverebbero dei compratori.

- Le aspettative in capo ai proprietari, di poter sfruttare a pieno le proprie aree, sono comprensibili ma vanno inquadrate ancor di più nella chiarezza di progettualità e di normativa delle amministrazioni. Queste non possono prestarsi, anche inconsapevolmente, per carenza di corretta pianificazione del territorio o per sottovalutazione degli effetti di lacunosità normativa, ad operazioni di privati che compromettano irrimediabilmente la bellezza e la vivibilità dei nostri luoghi. Il mantenimento di armonia e di pregevolezza è anche un fatto economico importante nel medio lungo periodo.