venerdì 4 dicembre 2009

Acqua un bene di tutti. I rischi della privatizzazione.

Venerdì 4 dicembre alle ore 20.30

c/o la sala Roma del Comune di Valvasone, piazza Mercato

Relatori: Gianfranco Moretton, Paolo Pupulin, Daniele Gerolin.

Il Decreto Ronchi, convertito in legge la scorsa settimana, che con l'art. 15 da un nuovo impulso alla disciplina introdotta dalla legge 133/2008, attribuendo alle risorse idriche rilevanza economica e aprendo così la strada alla privatizzazione della loro gestione, richiede un approfondimento per far si che il bene acqua continui ad essere, com'è stato sinora, un bene pubblico da assicurare a tutti i cittadini.

Corteo: “In difesa degli art. 3, 8, 10 della costituzione”

DOMENICA 18 OTTOBRE

ACCOGLIENZA,INTEGRAZIONE,CITTADINANZA!

Un governo regionale che crea Disumanità, Disgregazione, Discriminazione

1° TAPPA Gradisca d’Isonzo (GO) ore 10.00

Presidio davanti al Centro di Identificazione ed Espulsione


2° TAPPA Ore 14.00 Centro Balducci di Zuliano (Pozzuolo del Friuli, UD) ore 14.00

Per una vera,umana,accoglienza

Interviene Don Di Piazza

Dibattito

3°TAPPA Azzano X (PN) (nei pressi della piazza) ore 16.00

lunedì 23 novembre 2009

COMUNICATO STAMPA

MORETTON CAPOGRUPPO PD: LA VERITA’ SUL DEBITO.

Se non fosse per la positiva eredità finanziaria lasciata dal centrosinistra nella precedente legislatura, il centrodestra di Tondo non sarebbe in grado di fare il bilancio per il 2010. Il grande merito d’aver ottenuto dal governo Prodi che il gettito dei tributi versati dai cittadini del FVG venisse versato nelle casse della regione anziché a Roma, è attribuibile esclusivamente alla politica delle entrate fatta da Illy e dalla maggioranza che lo sosteneva.
La rivendicazione della compartecipazione dell’IRPEF sul gettito da pensioni è stata una intuizione del centrosinistra, diventata poi legge nazionale, che consente oggi di dare prospettiva al bilancio regionale, sempre che Tondo continui a sollecitare il governo Berlusconi a dar corso alla sentenza della Corte costituzionale che ha riconosciuto al Friuli Venezia Giulia tale diritto. Senza contare poi, il consistente avanzo di amministrazione che gli avevamo lasciato in eredità.
L’assessore Savino farebbe bene ad ammettere la verità, e a farla conoscere ai cittadini, sul cosiddetto debito del bilancio regionale. La Corte dei Conti, ma anche la relazione del prof. Garlatti, dicono con chiarezza che il debito della Regione è in linea con le sue capacità di spesa. Quindi nessun stratosferico ricorso al mercato finanziario, che tra l’altro è stato fatto nei decenni precedenti anche con il concorso determinante del centrodestra quando governava la regione (vedi governo Antonione e dello stesso Tondo).
E oggi con la Finanziaria 2010 si dimostra come ci sia ancora tale possibilità, visto che questa maggioranza ha previsto di contrarre un ulteriore mutuo per ben 200 milioni di euro. Se a questi quattrini aggiungiamo anche i 700 milioni per la realizzazione della terza corsia, in capo ad Autovie Venete (di cui azionista all’87% è la Regione), si dimostra come anche Tondo non disdegni di ricorrere all’indebitamento.
In realtà, pur di fronte alle difficoltà legate alla crisi economica, la giunta Tondo avrebbe potuto fronteggiare l’attuale bilancio con minori difficoltà se avesse fatto una oculata politica delle entrate come più volte il Pd ha sollecitato.
E ora, il Presidente metta da parte i piagnistei, lavori con impegno senza cercare capri espiatori, che non esistono, e utilizzi al meglio le risorse disponibili.

Trieste, 19 novembre 2009

giovedì 19 novembre 2009





Domenica 15 Novembre 2009 00:00

TRIESTE La Regione faccia valere la sua specialità, chieda autonomia da Roma nella gestione dell'acqua, pensi all'Ato regionale unico. Perché altrimenti, sulla via della privatizzazione, quel patrimonio verrà sacrificato al business e i cittadini pagheranno bollette triplicate rispetto a oggi. L'allarme lanciato dal CeVi un paio di settimane fa in un convegno a Udine viene fatto proprio dal Pd che presenta una mozione per la difesa del servizio pubblico, si appella a Renzo Tondo e sfida la Lega Nord: «Si comporti coerentemente con la sua visione federalista».
E' un caso sociale e politico. Da un lato il rischio di un'acqua molto più costosa, dall'altro la polemica dell'opposizione, in particolare contro il Carroccio, accusato di non difendere più un bene pubblico e locale di inestimabile valore, contrariamente a quanto fece in era Illy quando sembrò a un certo punto decollare il progetto di una multiutility del Nordest.
La causa è nota. Nel settembre scorso un decreto emanato dal governo, accelerando la disciplina prevista dall'articolo 23 bis della legge 133 del 2008, ha chiuso il cerchio sulla privatizzazione imponendo agli enti locali di mettere a gara il servizio idrico. In sostanza, entro il 2011, Ato e Comuni dovranno consegnare al mercato la gestione dell'acqua potabile. Un percorso già avviato a Latina e in altre città del centro Italia con il conseguente aumento, perfino del 300%, delle tariffe.
Ieri in conferenza stampa Debora Serracchiani, Gianfranco Moretton e Paolo Menis, con i responsabili locali Cristiano Shaurli e Francesca Papais, oltre al capogruppo in Provincia di Udine Francesco Martines, hanno ribadito l'allarme del CeVi. Con tanto di mozione per impegnare Tondo e giunta ad attivarsi perché in caso di conversione del decreto in legge (domani il provvedimento approda alla Camera) il bene acqua sia dichiarato «privo di rilevanza economica» e «ad attivare un tavolo di confronto con il governo per ottenere lo stralcio della gestione del servizio idrico dalla normativa nazionale avocando a sé la competenza in materia».
«La nostra è una posizione forte e chiara - afferma il neosegretario regionale del Pd annunciando un'iniziativa di piazza a dicembre -: l'acqua è e deve rimanere un bene pubblico». Da parte di Moretton, dopo la ricostruzione del percorso che ha portato nel 2005 al recepimento della legge Galli, arriva quindi l'attacco politico: «Sono state sin qui molto gravi le assenza di Tondo e di una Lega che, al Senato, ha votato a favore del decreto. Vedremo se in Friuli Venezia Giulia i leghisti sapranno essere coerenti con le loro posizioni storiche».
La privatizzazione dell'acqua, aggiunge Menis, «non è un obbligo imposto dalla Ue ma una precisa scelta del governo per rispondere agli interessi delle multiutility del Nord». E ancora: «La Lega ha venduto l'acqua a Tremonti». Il segretario Fvg Pietro Fontanini non raccoglie la polemica ma assicura che il Carroccio «continuerà a difendere l'acqua dalla privatizzazione. Non a caso stiamo chiedendo che gli Ato passino alle Province, più pubblico di così…».
Con l'aiuto del CeVi ci sono anche i numeri. Ciascun cittadino della regione utilizza mediamente 196 litri di acqua al giorno, come in Germania (in Italia sono 293, in Francia 211), con uno spreco del 37% a causa del cattivo funzionamento delle reti idriche. Servirebbero 1,2 miliardi per rimettere a posto gli acquedotti regionali e un minimo aumento della tariffa, suggerisce Menis, «per convincere molta gente a contenere i consumi». Ieri intanto a Udine, in occasione della manifestazione "Funerale dell'acqua", il CeVi ha consegnato ai parlamentari 4mila firme. Un altro appello, spiegano Massimo Moretuzzo e Marco Iob, «prima che il bene più prezioso diventi nuovo business per privati e banche». (m.b.)



DA IL PICCOLO DI DOMENICA, 15 NOVEMBRE 2009

NO BERLUSCONI DAY


Il comitato “No Berlusconi Day”, nato su Facebook per iniziativa di un gruppo di blogger democratici, indice per il prossimo 5 dicembre, a Roma, una manifestazione nazionale per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

ILTESTO DELL’APPELLO
A noi non interessa cosa accade se si dimette Berlusconi e riteniamo che il finto “Fair Play” di alcuni settori dell’opposizione, costituisca un atto di omissione di soccorso alla nostra democrazia del quale risponderanno, eventualmente, davanti agli elettori. Quello che sappiamo è che Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali -come ribadito in questi giorni dalla stampa estera ce definisce la nostra “una dittatura”- e che lì non dovrebbe starci, anzi lì non sarebbe nemmeno dovuto arrivarci: cosa che peraltro sa benissimo anche lui e infatti forza leggi e Costituzione come nel caso dell’ex Lodo Alfano e si appresta a compiere una ulteriore stretta autoritaria come dimostrano i suoi ultimi proclami di Benevento.

Non possiamo più rimanere inerti di fronte alle iniziative di un uomo che tiene il Paese in ostaggio da oltre15 anni e la cui concezione proprietaria dello Stato lo rende ostile verso ogni forma di libera espressione come testimoniano gli attacchi selvaggi alla stampa libera, alla satira, alla Rete degli ultimi mesi. Non possiamo più rimanere inerti di fronte alla spregiudicatezza di un uomo su cui gravano le pesanti ombre di un recente passato legato alla ferocia mafiosa, dei suoi rapporti con mafiosi del calibro di Vittorio Mangano o di condannati per concorso esterno in associazione mafiosa come Marcello Dell’Utri.

Deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte.

Per aderire alla manifestazione, comunicare o proporre iniziative locali e nazionali di sostegno o contattare il comitato potete scrivere all’indirizzo e-mail: noberlusconiday@hotmail.it

lunedì 9 novembre 2009


Al sig. Sindaco
del Comune di
Fontanafredda,

Fontanafredda, 04/11/09


Oggetto: Ordine del giorno urgente da inserire nel primo Consiglio Comunale.


I numeri di Fontanafredda che riguardano le attività produttive ed in generale il mondo del lavoro, sono di grande interesse.

Abbiamo dedicato buona parte del nostro territorio (quattro zone industriali più un alto numero di attività distribuite all’interno del comune) per dare struttura alle imprese. La stessa espansione edilizia ed il conseguente aumento della popolazione trova motivazione nella dinamicità delle nostre imprese.

Purtroppo in periodi di recessione la riduzione o la chiusura di questo potenziale produttivo può diventare un incontrollabile emergenza sociale.

Siamo poi in una posizione baricentrica rispetto ad altre zone vocate alla produzione industriale (Brugnera, Porcia, Roveredo in Piano, Sacile con Pordenone che è catalizzante rispetto al tutto) e bisogna tenere in conto che in queste zone sono occupate alcune centinaia di nostri concittadini.

La crisi della sola SFS INTEC e le annunciate scelte aziendali (esuberi per circa 80 lavoratori) dimostrano la gravità delle conseguenze che queste comportano sul tessuto occupazionale del comune.

Da questa nostra analisi emerge la necessità che l’Amministrazione Comunale assuma un ruolo trainante e ponga in atto delle iniziative in coordinamento con altri soggetti interessati affinché l’emergenza sia gestita e non ricada sulle spalle di chi subisce in prima persona. In tale senso, riteniamo grave non aver reso operativo l’Assessorato alle Attività Produttive e la relativa commissione consiliare.





Gli amministratori pubblici hanno il dovere di raccogliere ed elaborare dei dati relativi al territorio, renderli accessibili ed informare i cittadini su ulteriori situazioni di criticità aziendali che si possono ripresentare nei prossimi mesi.

Ciò detto, chiediamo che il Sindaco e la Giunta si impegnino a predisporre al più presto concrete iniziative in grado di gestire, per la propria competenza, la possibile emergenza sociale.


Franco Anese
“L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA,
FONDATA SUL LAVORO”
(Articolo 1 della Costituzione italiana)

Ma quando il lavoro non c'è più?

Tavolo di analisi e di confronto sulla crisi economico-industriale del nostro territorio.


GIOVEDI' 12 NOVEMBRE ORE 20,30
presso la sala Consiliare del Municipio di Vigonovo.

Interverranno e risponderanno alle nostre domande :


Emanuele Iodice, segretario generale della CGIL di Pordenone.

Denis Puntin, presidente C.N.A. Friuli Venezia Giulia.

Silvano Pascolo, presidente Confartigianato di Pordenone.

Ezio Tesan, UILM Pordenone.

Paolo Pupulin, Consigliere Regionale del Partito Democratico.

Introduce:
Virginio Saccon, coordinatore del circolo del PD di Fontanafredda.


Coordina : Ezio Pais.

Conclude:

Franco Anese, Consigliere Comunale di Fontanafredda per il Partito Democratico.

In collaborazione con il circolo di Fontanafredda di “Italia dei Valori”
e con le liste “Idee in Comune” e “La Rosa”.

martedì 27 ottobre 2009

RISULTATI DELLE PRIMARIE A FONTANAFREDDA

Anche a Fontanafredda, domenica 25 ottobre, si sono tenute le primarie del Partito Democratico per l'elezione del segretario nazionale e di quello regionale.
Il circolo del PD di Fontanafredda ringrazia i 293 sostenitori che con il loro voto hanno permesso di scrivere questa importante pagina di democrazia partecipata che non ha riscontro nelle altre forze politiche nazionali. L'occasione delle primarie è stata importante anche perché ha permesso un contatto diretto e la conoscenza personale di molti elettori, cosa difficile da realizzare al di fuori di occasioni come queste.
La partecipazione è stata in linea con le precedenti primarie ed i risultati usciti dalle urne,tolte le schede bianche e nulle, sono i seguenti:

Assemblea regionale:
Lista “Per Bersani con Martines” voti 139
Lista “Semplicemente Democratici con Serracchiani” voti 128.
Lista “Maria Cristina Carloni” voti 21.

Assemblea nazionale:
Lista “Per Bersani” voti 176.

Lista “Democratici con Dario Franceschini” voti 47
Lista “Con Debora Serracchiani per Franceschini” voti 33

Lista “ Per Marino Segretario” voti 27.

La partecipazione al voto comportava anche un versamento di due euro a persona: alla fine della giornata sono stati raccolti 610 euro, la metà dei quali, grazie al regolamento elettorale del partito, sono rimasti al circolo di Fontanafredda.

mercoledì 21 ottobre 2009

25 OTTOBRE 2009

PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO

Il 25 ottobre prossimo coloro, che si riconoscono nella proposta
politica del PD, possono partecipare alle elezioni dei massimi organismi
nazionali e regionali del Partito.

Si vota dalle 7 alle 20: il seggio per il Comune di
Fontanafredda sarà situato nelle ex Scuole Elementari
di Talmasson in via Stringher.
Le schede saranno due:
-una di colore azzurro per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale

-una di colore rosa per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Regionale.

Si sceglie il Segretario tracciando un unico segno su una delle liste dei candidati
ad esso collegati. Si può votare una sola lista
.
Si può votare se si hanno almeno 16 anni e se si è: cittadino italiano, cittadino
europeo con residenza in Italia, o cittadino di un altro paese con permesso di
soggiorno in Italia.
Per votare basta un documento d’identità e la tessera elettorale. Per i minorenni
e i cittadini stranieri serve solo il documento.
Gli studenti universitari e i lavoratori fuori sede, anche extracomunitari con permesso
di soggiorno, possono votare nella città dove studiano o dove lavorano.


Per chi desidera contattare il Circolo PD di Fontanafredda:
Tel. 3389011670 (ore serali) e-mail: pdfontanafredda@gmail.it


I candidati alla segreteria nazionale:


BERSANI PIERLUIGI
Laureato in filosofia, funzionario di partito, più volte ministro, parlamentare europeo.
Bersani ha incentrato la sua candidatura sull'esigenza di unire i valori cattolicopopolari
con quelli del socialismo democratico e della socialdemocrazia. Ha inoltre dichiarato il suo impegno per far sì che ogni cittadino possa votare non solo il segretario di partito, bensì anche ciascun parlamentare.


FRANCESCHINI DARIO
Avvocato e scrittore, più volte sottosegretario alla Presidenza del Consiglio . Con la nascita del Partito Democratico il 14 ottobre 2007 e l'ascesa alla segreteria di Walter Veltroni, è divenuto vicesegretario del nuovo partito .Il 21 febbraio 2009, dopo le dimissioni di Walter Veltroni
viene eletto segretario del Partito Democratico. Le sue cinque parole chiave sono: fiducia,
regole, uguaglianza, merito e qualità.

MARINO IGNAZIO
Medico chirurgo, docente universitario di chirurgia dei trapianti . Senatore dal 2006, attualmente svolge il ruolo di Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale.. Membro della Commissione igiene e
sanità del Senato della Repubblica nella XVI Legislatura. Con lo slogan: "Vivi il PD, cambia l'Italia"; il suo programma punta sul rilancio del merito e dei diritti civili, sulla salute, la laicità
e l'ambiente. I candidati alla segreteria regionale:


CARLONI MARIA CRISTINA
Cinque parole per il futuro regionale
• APERTURA
• PROTEZIONE
• MERITO
• RINNOVAMENTO


MARTINES VINCENZO
Due obiettivi:
• Rafforzare il legame del partito con la comunità regionale.
• Iniziare il percorso che ci porterà alle elezioni del 2013.


SERRACCHIANI DEBORA
• Pervenire ad una sintesi, costruendo una squadra unitaria di dirigenti che si riconoscono nella
necessità dell’innovazione, della proposta politica e della vita interna del partito.
• Eliminare le contrapposizioni tra vecchio e nuovo, perché il nuovo ha bisogno del vecchio per assumersi le sue responsabilità ed il vecchio ha bisogno del nuovo per portare a termine la sua missione politica.
• Trasformare le difficoltà del momento in opportunità: viviamo in una terra che ha saputo riprendersi dalla propria marginalità e ad essere modello di sviluppo.



Dopo l’insediamento del nuovo Consiglio Comunale ci ritroviamo per fare il punto sulla situazione.
Ringraziamo gli elettori che hanno creduto nel PD ed hanno osato optare per una coalizione allargata, nel tentativo di proporre un progetto per Fontanafredda alternativo rispetto a quello del centro destra. Il risultato elettorale non ci ha favorito; i dissidi e le divisioni interne al PD non hanno permesso di elaborare compiutamente il nostro progetto e ricercare le giuste strategie
per farlo comprendere alla cittadinanza. Nel pieno rispetto dell’elettorato, prendiamo atto del voto democratico e ci impegniamo a superare errori e limiti, per svolgere il nostro ruolo di minoranza con responsabilità ed equilibrio. Riteniamo che la conoscenza sia il primo tassello, perché si inneschino atteggiamenti virtuosi di comprensione, condivisione e solidarietà non solo a livello delle istituzioni, ma più diffusamente nel contesto sociale. Franco Anese, riconfermato consigliere anche in questa legislatura, saprà ben esprimere e rappresentare nell’azione amministrativa, il percorso di elaborazione politica che il PD andrà a compiere. In ambito consiliare, naturalmente, coordineremo il nostro operato con le forze di minoranza che accetteranno il dialogo costruttivo, in primis con le forze di coalizione con le quali abbiamo iniziato un percorso comune in campagna elettorale. La metodologia del dialogo varrà anche nei confronti della maggioranza che ha vinto le elezioni, ma deve essere chiaro che la diversità dei ruoli e delle visioni politiche nulla deve togliere al reciproco rispetto e riconoscimento.

Qualche notizia dal Comune
SFS INTEC (ex SASSBA) e situazione occupazionale del nostro comune. La situazione occupazionale del nostro comune crea forte preoccupazione. In particolare, quanto sta accadendo nell’immediato all’azienda SFS INTEC dove sono stati dichiarati 80 esuberi su 186 lavoratori, mentre si paventa la chiusura della sede di Fontanafredda ed il trasferimento di quello che rimane nella sede di Pordenone. Certamente le problematiche inerenti saranno affrontate dagli organismi competenti e nelle sedi più idonee. A noi interessa il ruolo che dovrebbe svolgere l’Amministrazione Comunale: presenza sollecita a fianco dei lavoratori e delle maestranze, attenzione e partecipazione attiva nella conoscenza degli eventi, sensibilizzazione della cittadinanza, interventi sociali e previsione delle conseguenze derivanti da scelte penalizzanti
per il comparto produttivo del nostro comune. 80 lavoratori disoccupati portano con loro altrettante famiglie in sofferenza, nei confronti delle quali l’Amministrazione deve mettere in atto tutti gli strumenti a disposizione per ridurne il disagio economico e sociale. Per questo motivo in sede consiliare è stato presentato un ordine del giorno in cui si chiede al Sindaco e alla Giunta di
farsi parte attiva nel conoscere l’esatta situazione occupazionale, nello specifico della SFS INTEC, ma anche di altre eventuali aziende in sofferenza del nostro territorio e di renderne edotti il consiglio comunale e l’intera cittadinanza. Inoltre è stato chiesto che le istituzioni si attivino a sostegno dei redditi dei lavoratori in difficoltà con gli strumenti che, hanno a disposizione, a cominciare da quelli forniti dalla Regione.


Prestazioni sanitarie itineranti.

Il consigliere comunale PD ha presentato un’interrogazione al Sindaco, al fine di saper e chi fosse
“HDOMICILIO”, il furgone allestito per analisi cliniche che si vedeva in giro
per il territorio, e siamo stati accusati di voler danneggiare la libera iniziativa
privata. Il nostro intento era ed è quello della chiarezza. Chi sono le persone che offrono servizi alla salute? Dai volantini non si capiva, a seguito della nostra interrogazione si è appreso che si trattava di una iniziativa privata che ancora non era autorizzata ad effettuare prelievi nell’unità mobile. Inoltre si è saputo chi è il responsabile dell’azienda e che gli operatori sarebbero professionisti preparati al loro compito. Nessun atteggiamento pregiudiziale quindi, solo bisogno di onoscere e capire; sarebbe stata sufficiente una risposta in ambito consiliare da parte del Sindaco e dell’Assessore che, per quanto ci riguarda, sono i garanti della sicurezza dei cittadini. I privati se esercitano la loro attività nel rispetto delle regole e della chiarezza fanno un buon servizio e saperlo rende tutti consapevoli e sddisfatti! Alla fine della storia lo stesso Sindaco ha convenuto che “ H DOMICILIO” avrebbe dovuto rapportarsi più correttamente ed anticipatamente con l’Amministrazione.

A proposito..del Servizio Acquedotto

Agli utenti del Servizio Acquedotto sono giunte le bollette con una nuova tassa: il canone manutenzione presa, per un importo di euro 3,36 mensili. Sistema Ambiente, gestore dell’acquedotto, ha inserito questo canone nel proprio regolamento nel 2008 e lo ha applicato, in accordo con il Comune, dal 1 gennaio 2009. L’azienda, dopo avere invitato gli utenti ad usare la domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette, addebita 1 euro di spesa per la domiciliazione stessa. Solitamente per i servizi del gas, del telefono e dell’elettricità la domiciliazione è gratuita. Come mai il servizio acquedotto non attua le stesse condizioni?
L’Amministrazione Comunale può intervenire presso Sistema Ambiente, a cui aderisce?

lunedì 13 luglio 2009

Di Francesca Papais

Dal sito PD Pronviciale http://pdpn.it/index.php

Domenica 12 Luglio 2009 16:09
Il Partito Democratico della Provincia di Pordenone ritiene che chi ha u n ruolo istituzionale debba avere un comportamento responsabile come rappresentante dei suoi cittadini. Il comportamento del presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman lascia tutti noi nello sconcerto e nell’indignazione. Riteniamo che ci sia una confusione di fondo: Ballaman non è il segretario della Lega Nord, ma è e si deve comportare come Presidente del Consiglio, garantendo di adempiere al suo dovere nel rispetto del principio dell’imparzialità.
E' molto grave che un alto rappresentante delle Istituzioni regionali, che dovrebbe svolgere un ruolo super partes in rappresentanza di tutti i cittadini della nostra Regione, si permetta di compiere gesti così riprovevoli, che denunciano una versione falsa e pericolosamente revisionista della storia dell'emigrazione non solo italiana, ma anche friulana.
Ballaman , a cui sono estranei i più elementari termini della dialettica democratica quali “civile confronto”, “rispetto delle posizioni e convinzioni altrui” e “saper ascoltare”, deve compiere una scelta: o decide di fare il Presidente del Consiglio o si dimette e poi, come dirigente della Lega Nord, potrà dire liberamente e fare tutto quello che gli passa per la testa.

domenica 12 luglio 2009

La confusa riforma sanitaria di Kosic

Moretton, capogruppo PD
La pseudo riforma sanitaria portata in Consiglio da Kosic ma, subito dopo, modificata da Tondo, mette in luce una situazione preoccupante per le sorti del delicato comparto della sanità regionale e scopre pure i rapporti fra Tondo e il suo assessore Kosic, chiaramente non più idilliaci. Ciò emerge dalla palese contraddizione dell’azione politica impostata dalla Giunta Tondo che con la presentazione del Libro Verde, propedeutico alla fase preparatoria del futuro piano sanitario, della nuova pianificazione e organizzazione del servizio sanitario regionale, ha voluto avviare una fase di consultazione di tutti i portatori d’interesse sanitario per raccogliere idee, proposte e suggerimenti allo scopo di individuare la migliore sanità regionale. Ma, diversamente, di è tradotto in una beffa visto che tutto questo progetto di grandi aperture e condivisione, è stato cancellato con l’approvazione della mini riforma che prevede la cancellazione dell’Agenzia regionale della Sanità, le cui funzioni sono accorpate nella Direzione Centrale e l’abolizione del Centro Servizi Condivisi, funzioni trasferite ad altro ente regionale non ben definito. Il gruppo PD in consiglio regionale non ha mai condiviso il metodo che questa maggioranza ha affrontato il nodo sanità, proprio perché Tondo, oltre alle contraddizioni continue, non ha mai presentato un progetto complessivo che consentisse di dare davvero attuazione a un programma di riforme sanitarie. E ancora non si intravedono quali siano le vere riforme che si vogliono attuare né la volontà di farlo nella direzione di soddisfare le richieste dei cittadini, compatibilmente con la prospettiva finanziaria che vedrà nei prossimi anni, già dal 2010, una pesante riduzione delle entrate del bilancio regionale e di converso, l’aumento della spesa sanitaria. E proprio da questa prospettiva che nasce la nostra preoccupazione, per la quale intendiamo chiedere a Tondo la possibilità di condividere un piano che con lungimiranza sappia guardare al futuro e alla tutela di assistenza e salute per i nostri concittadini. D'altronde bisogna dire che il sistema sanitario regionale è sicuramente regredito per aver scelto di tornare alla organizzazione del sistema sanitario di venti anni fa e per aver eliminato il C.S.C. che in questi ultimi anni ha prodotto un risparmio negli acquisti sanitari di circa 35 milioni di euro. Emerge inoltre, che Kosic subisce una “riformetta” voluta da Tondo che lo vede limitato e ridimensionato nei suoi poteri di assessore alla sanità! Sono le debolezze e le incapacità di Tondo che mettono a rischio l'azione e i programmi dei suoi assessori, evidenziando una maggioranza che non dialoga e non decide con favore unanime ma subisce i diktat di Tondo.
Trieste, 11 luglio ’09

giovedì 18 giugno 2009


Quesiti 1 e 2: se vincono i Sì, scompariranno le coalizioni di partiti e si eviterà che questi si uniscano il giorno delle elezioni e si dividano subito dopo imponendo veti, mediazioni e verifiche continue a maggioranza e governo. Si realizzerà anche in Italia il bipartitismo, così come negli Usa, in Inghilterra, in Francia e in Spagna. Senza coalizioni, la soglia di accesso a Camera (4%) e Senato (8%) diventerà uguale per tutti e il premio di maggioranza non potrà più andare alla coalizione ma solo alla lista che avrà ottenuto più voti.
Quesito 3: se vincono i Sì, sarà vietato candidarsi in più di un collegio e scomparirà la pratica abusata di presentare ovunque candidati “ acchiappa-voti” (normalmente i leader di partito). In questo modo sarà colpita la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie di partito, che decidono chi deve andare al Parlamento sia prima delle elezioni che all'indomani del voto
Gli italiani, già nel 1993, hanno fatto sentire la loro voce con il loro voto al Referendum, chiedendo alla politica di cambiare. Possiamo farlo ancora. Domenica 21 e lunedì 22 giugno il potere torna ai cittadini. Possiamo votare per cambiare la legge porcata, per riprendere il controllo su una politica che non ascolta la voce degli cittadini, che non da’ risposte ai loro problemi, che non rende conto a nessuno, se non a se stessa. Questo referendum non riguarda il mondo politico. Non riguarda giochi di potere, accordi di palazzo, o scontro tra schieramenti politici. Questo referendum riguarda i cittadini. Perché le regole elettorali sono quelle che aumentano o diminuiscono il potere che i cittadini hanno sulla politica, sul Parlamento, su chi governa. Le regole elettorali sono lo strumento fondamentale della democrazia. Se non funzionano le regole elettorali, non funziona la democrazia.Per questo, noi del Partito Democratico a quella legge porcata ci siamo opposti. Abbiamo fatto tutto ciò che abbiamo potuto, dopo la sua approvazione, per cambiarla. A loro va bene nominare i parlamentari, perché così avranno un Parlamento più obbediente, che continuerà a rispondere al capo e non ai cittadini. Al contrario, noi pensiamo che chi si candida debba stringere un patto di fiducia e di trasparenza con gli elettori. Pensiamo che chi viene eletto debba onorare gli impegni presi e rendere conto ai cittadini.La destra dichiara che cambierà la legge porcata in Parlamento. Non l'hanno fatto in quest'anno di governo, e non lo faranno nei prossimi anni. A meno che tu, con il tuo si al referendum, non li costringa a farlo.

mercoledì 17 giugno 2009

California a un passo dal crac

15 giugno 2009

California a un passo dal cracLa forbice di Schwarzy sul welfare
«Non porto lo Stato alla rovina, è ora di mostrare cosa accadrà»
Dal nostro inviato Massimo Gaggi
NEW YORK - Un taglio sostanziale dell'assistenza ai poveri, agli anziani e ai disabili. Niente cure mediche per i bimbi senza assicurazione sanitaria. Meno fondi a una scuola pubblica già deficitaria. Via le borse di studio per gli studenti meritevoli. Via i «ranger» dai parchi dello Stato che diventeranno luoghi selvaggi. L'attore diventato governatore della California per anni si è portata dietro l'immagine del suo personaggio cine­matografico più popolare: Terminator. Ora Arnold Schwarzenegger ha deciso di interpretarlo sul set della politica spingendo i parlamentari locali a vota­re un sostanziale smantellamento del­lo Stato sociale. L'ultimo tentativo di far fronte al crollo delle entrate fiscali causato dalla recessione, dopo che gli elettori hanno bocciato la soluzione (un mix di tagli e aumenti di tributi) varata dal suo governo. «La nuova rotta - protestano le orga­nizzazioni dei disabili, - è quella del darwinismo sociale: sopravvivenza ga­rantita solo a chi è in buona salute».
Schwarzy è impazzito? Forse no, c'è del genio nella sua follia. E i progressi­sti di tutto il mondo faranno bene a te­nere d'occhio quello che accade in Cali­fornia, il posto dove «il futuro succede prima». Non sapendo più come mantenere in piedi una costosa rete di protezione sociale con le entrate fiscali che conti­nuano ad assottigliarsi e col termine per il riequilibrio del bilancio (fine lu­glio) che si avvicina, il governatore vuole far scoppiare le contraddizioni politiche. Ma vuole anche costringere i cittadini a toccare con mano le conse­guenze del loro voto. La prima bufera è scoppiata a sinistra: i sindacati, che in California sono molto più forti che nel resto degli Usa e sono decisivi per l'ele­zione dei parlamentari democratici, hanno chiesto ai loro rappresentanti di colmare il gigantesco deficit dello Sta­to con un aumento di 44 miliardi di dol­lari delle tasse sui ricchi, sul tabacco e sulle compagnie petrolifere.
L'Assemblea di Sacramento (a mag­gioranza democratica) non ha, però, al­cuna intenzione di adottare questa ri­cetta. «Con un'economia in terapia in­tensiva, altre tasse provocherebbero nel paziente un arresto cardiaco»: lo di­ce il leader dei repubblicani, Sam Blake­slee, ma lo pensano anche molti demo­cratici. Perfino quelli della sinistra radi­cale hanno spiegato ai leader delle «union» che non si può fare finta di nulla quando gli elettori bocciano i re­ferendum sugli aumenti delle tasse, compresi quelli sponsorizzati dai sinda­cati degli insegnanti e della polizia, i più influenti dello Stato. Insomma, anche la sinistra comincia a rassegnarsi all'idea che un ridimen­sionamento delle reti di protezione so­ciale sia inevitabile. Cerca, però, di limi­tarlo al minimo con vari espedienti, compreso il ricorso a nuovi debiti. Ma la California è già indebitatissima e, senza la garanzia federale, i nuovi pre­stiti arriverebbero con tassi d'interesse molto alti.
Così Schwarzenegger punta i piedi: «Non porto la California alla rovina: è ora di tagliare davvero le spese e mo­strare ai cittadini (che chiedono meno Stato) cosa succede quando si chiude bottega». La sua mossa crea scompi­glio tra i democratici, ma dovrebbe far venire i brividi anche ai progressisti eu­ropei, alle prese con problemi di finan­ziamento del «welfare» meno gravi ma non radicalmente diversi. La resa dei conti, però, potrebbe non avvenire solo a sinistra. Terminator è un animale politico anomalo: un repub­blicano cresciuto nel fronte reaganiano antitasse che si è poi alleato coi demo­cratici e ha rilanciato una serie di pro­grammi di intervento pubblico, ben di­versi dallo «Stato minimo» della destra conservatrice. Oggi, con la sua «follia», fa emergere un altro paradosso: i depu­tati repubblicani che chiedono meno tasse, meno Stato, meno assistenza, so­no eletti soprattutto in quella Central Valley agricola, molto più povera delle metropoli della costa, che assorbe assi­stenza pubblica in misura superiore a Los Angeles e San Francisco. Può darsi che, messi davanti alle conseguenze so­ciali del loro voto «antitasse», anche gli smantellatori del «welfare» venga­no assaliti dai dubbi.
Schwarzenegger è un improvvisato­re. È ruvido e spregiudicato. Magari al­la fine accetterà un compromesso su ta­gli meno traumatici, ricorrerà al credi­to o avrà un aiuto da Washington. Ma oggi con la sua durezza sta imponendo una feroce «operazione verità» all'inte­ro sistema politico californiano e ai suoi cittadini. Per la prima volta arriva al pettine il nodo - da molto tempo evocato - dell'impossibilità di sostenere un «wel­fare » generoso se l'economia non cre­sce non per difficoltà momentanee, ma per una crisi strutturale. Oggi succede sulle coste del Pacifico, domani potreb­be accadere su quelle del Mediterra­neo.

giovedì 4 giugno 2009

SEMPLICEMENTE EUROPEA
SCEGLI UNA PROVINCIA EUROPEA

Venerdì 5 giugno 2009 ore 18.45
Loggia Comunale - Piazza del Popolo
(San Vito al Tagliamento)

Daniele GIACOMEL
Candidato alla Provincia
collegio di San Vito al Tagliamento

Giorgio ZANIN
Candidato PRESIDENTE alla Provincia di Pordenone
Debora SERRACCHIANI
Candidata al Parlamento Europeo

sabato 23 maggio 2009

SERATE DI PRESENTAZIONE

SERATE PRESENTAZIONE DEL CANDIDATO SINDACO PERUCH E LISTE COLLEGATE NEL COMUNE DÌ FONTANAFREDDA

Lunedì 25 maggio 2009 Sala Consigliare Comunale ore 12.00

Incontro con Antonio Di Pietro

Lunedì 25 maggio 2009 RONCHE presso tendone festeggiamenti ore 20.30

Martedì 26 maggio 2009 ROMANO presso sala scuole 1° piano ore 20.30

Mercoledì 27 maggio 2009 FORCATE presso ristorante "Da Marisa" ore 20.30

Giovedì 28 maggio 2009 PEDRADA presso ristorante "Alle Orzaie" ore 20.30

Venerdì 29 maggio 2009 RANZANO presso sala ex latteria ore 20.30

Lunedì 1 giugno 2009 GIARDINO DEI PERUCH ore 20.30

Mercoledì 3 giugno 2009 FONTANAFREDDA piazzale scuola materna ore 20.30

Giovedì 4 giugno 2009 TALMASSON piazzale antistante "Lucky Bar" ore 20.30

Venerdì 5 giugno 2009 VIGONOVO presso sala consigliare ore 20.30

mercoledì 20 maggio 2009

Vi aspettiamo a Villadolt....

Vi aspettiamo a Villadolt comune di Fontanafredda, mercoledì 20 maggio alle ore 20:30 per fare conoscenza con il candidato sindaco Claudio Peruch e la coalizione che lo sostiene.

ELEZIONI PROVINCIALI 2009


PROGRAMMA DELLA COALIZIONE
COMPOSTA DA
Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori,
Sinistra e Libertà, Libertà Civiche per Zanin
A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA
A PRESIDENTE DI GIORGIO ZANIN



INDICE
1. LA PROVINCIA DI PORDENONE
IN UNA NUOVA OTTICA DI DECENTRAMENTO
2. SICUREZZA SOCIALE NELLA SOLIDARIETÀ
Qualità della vita, cura del futuro, coesione sociale e legalità
3. CUSTODIRE L’AMBIENTE PER AVER CURA DELL’UOMO
Meno rifiuti e meno costi, tutela di acqua e aria,
agricoltura come sistema, nuove energie e recupero del territorio
4. LA CULTURA A SERVIZIO DEL TERRITORIO
Formazione permanente, sostegno a scuole e associazioni, turismo
5. IL FUTURO DEI GIOVANI È IL NOSTRO FUTURO
Scuola, Università, Progetti giovani e stili di vita
6. UN NUOVO SVILUPPO CON AL CENTRO LAVORO E FORMAZIONE
Qualità, occupabilità, centri per l’impiego,
riconversione ecologica e creazione di nuova impresa
7. CITTADINI COLLEGATI CON PRATICITÀ E RISPARMIO
Trasporto pubblico, mobilità pulita, infrastrutture viarie
e territorio ad alta tecnologia dell’informazione
8. ATTENTI AI BISOGNI CON SANITÀ PUBBLICA E SERVIZI SOCIALI
Salute e servizi nel territorio, osservatorio sociale, abitare
9. FARE COMUNITÀ
Famiglia, sport, terzo settore e nuova cittadinanza attiva
2
1. LA PROVINCIA DI PORDENONE
IN UNA NUOVA OTTICA DI DECENTRAMENTO
A oltre quarant’anni dall’istituzione della provincia di Pordenone, si avverte la necessità di una
radicale ridefinizione dell’ente.
La Provincia rappresenta infatti un nodo irrisolto nel quadro delle istituzioni amministrative.
Storicamente le sue competenze sono state definite in via residuale dopo aver stabilito ciò che spetta
alla Regione e ciò che è di pertinenza dei Comuni.
Oggi, da un lato, le Province, nella loro aspirazione ad una forte rilegittimazione, rivendicano
competenze già attribuite alle Regioni, dimenticando che il rispetto del principio costituzionale di
sussidiarietà orizzontale imporrebbe che almeno parte di tali competenze non siano più esercitate da
alcun ente istituzionale.
D’altro canto, un sentire comune a vasti settori dell’opinione pubblica, appoggiato dai Comuni di
grandi e medie dimensioni, vorrebbe la completa abolizione delle Province, nel nome della
riduzione dei costi e dei livelli istituzionali: ciò, tuttavia, presupporrebbe una riforma costituzionale,
o almeno la capacità della Regione di ridisegnare forme di aggregazione tra Comuni, per la
pianificazione e il coordinamento dei servizi di area vasta.
In questo confronto tra posizioni diverse, decidere il cambiamento del ruolo e delle funzioni delle
province spetta inevitabilmente alle forze politiche, a livello nazionale e regionale; auspichiamo
perciò che venga superato l’atteggiamento contraddittorio che le guida e da cui deriva l’attuale
dannoso immobilismo.
In questa direzione e contro lo spreco di denaro pubblico, ci candidiamo perciò in modo chiaro e
forte a guidare un processo di rinnovamento del funzionamento operativo dell’ente. La Provincia
non è per noi un altro dispendioso e sovrapposto centro di iniziativa: il declino del paese infatti va
di pari passo con il parassitismo politico, fatto di clientele e spartizioni. Vogliamo pertanto
orientare le sue funzioni secondo il principio di sussidiarietà, attraverso il coordinamento e il
sostegno ai comuni e agli altri autentici soggetti sociali, economici e culturali del territorio che per
vicinanza e responsabilità possono essere meglio posti al servizio dei cittadini. Lo slogan che può
dunque sintetizzare questo impegno sarà “La provincia a servizio dei comuni”
Allo stato attuale, in ottica di decentramento e sussidiarietà, la provincia dovrà perciò modificare il
suo ruolo per divenire la sede della programmazione degli interventi di area vasta, rispondere
concretamente alle esigenze di sistema del nostro territorio, promuovere le forme più adatte di
collaborazione e di associazionismo tra i Comuni per darvi attuazione. In ciò avrà un ruolo decisivo
la piena valorizzazione delle competenze dimostrate dal personale dipendente.
In questa prospettiva, sarà suo compito:
• favorire e promuovere politiche di coordinamento, per fare sintesi di un territorio al passo
con i tempi e con le sfide proposte da un futuro sempre più dinamico e, per certi aspetti,
incerto;
• svolgere la funzione di regia e supporto per questioni che implicano l’azione coordinata di
più comuni. La partecipazione delle amministrazioni comunali e dei cittadini singoli o
associati alle scelte dell’amministrazione provinciale deve diventare una connotazione
costante della vita dell’ente. Per questo è utile introdurre la prassi del “bilancio partecipato”;
• assumere una forte funzione politica su tutte le questioni di area vasta, ancorché non
direttamente legate al mandato istituzionale. In questo senso l’attuale crisi economica induce
a ricercare nuovi strumenti e nuovi approcci allo sviluppo, da non legare ai soli indicatori
economici. La Regione e la Provincia, in sintonia con il Comune Capoluogo, devono essere
3
i luoghi e gli interlocutori primari per affrontare le problematiche del territorio in un’ottica
di coordinamento e dialogo;
• favorire iniziative di collaborazione tra province, soprattutto in ambito regionale, e anche
con le amministrazioni provinciali contigue, con le quali ci legano consolidati rapporti
storici, economici e tradizionali (es. i Comuni del Veneto Orientale);
• promuovere il ruolo attivo del territorio in ordine alle politiche europee;
• portare il cittadino al centro delle scelte e ad un ruolo attivo in una visione moderna e aperta,
che pone alla base dell’operare l’attenzione ad ogni persona e al bene comune, alla qualità
della vita, all’ambiente, al lavoro, alla cultura e alla storia di un territorio.
Con questi obiettivi, dal punto di vista organizzativo riteniamo che progressivamente la Provincia
debba snellire il proprio apparato burocratico mantenendo solo quello strettamente necessario alle
funzioni di coordinamento flessibile, concreto e condiviso dell’area vasta, attivando gli strumenti di
partecipazione più idonei a dare voce al territorio e ai suoi cittadini e minimizzare gli sprechi.
La nostra azione per istituzioni gestite come buon esempio per la collettività sarà condotta su due
linee guida: sobrietà e merito. Sobrietà contro gli sprechi ingiusti, per un servizio pubblico che è
anzitutto rivolto ai cittadini, in particolare ai più bisognosi; moralità contro la politica intesa come
spartizione, clientele e favori che non rispettano il merito.
Per la moralizzazione della politica, la provincia si impegna a realizzare on-line un servizio di
anagrafe pubblica degli eletti, così da offrire ai cittadini elementi di conoscenza e valutazione sul
loro operato e sulle attività della Provincia, soprattutto nell'ottica di tutelare correttezza e
trasparenza amministrativa, assenza di conflitti d'interessi negli atti e nei comportamenti dei singoli
amministratori, potenziamento delle capacità di controllo dei cittadini sulle sue attività. Il forte
coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nella costruzione delle decisioni costituisce un
ulteriore impegno in direzione della moralizzazione politica.
La Provincia di Pordenone, la più giovane della Regione, è un crocevia di culture e di esperienze.
Nel nostro territorio si mescolano parlate venete e friulane e negli ultimi anni anche comunitarie ed
extracomunitarie. La spinta dell’immigrazione interna non è stata certo estranea al dinamismo e alla
stessa felice sorte industriale che ha affermato il nostro territorio a livello nazionale e internazionale
a partire dagli anni sessanta, con grosso vantaggio per tutta la regione. Essere crocevia è una risorsa
che chiede responsabilità.
Con l’orizzonte europeo di fronte, nuove sfide impegnative, stimolanti e innovative vengono dalla
spinta internazionale delle vicine Austria, Slovenia e Croazia e dalla collocazione di cerniera tra il
Friuli storico e il ricco ed industrioso Veneto. Perciò nel panorama regionale del FVG sarà
necessario per il nostro territorio un più ampio riconoscimento di ruolo economico e politico.
Il vasto ambito territoriale della montagna abbisogna di politiche nuove che, evitando
sovrapposizioni di compiti e sprechi, producano soluzioni adeguate. Soprattutto nel caso della
montagna, i problemi di un territorio non si risolvono con servizi e progetti gestiti da lontano. La
Provincia non deve dunque sostituire ma collaborare con la Comunità Montana, che è un soggetto
importante anche rispetto all’attivazione dei progetti per gli investimenti dei fondi europei, affinché
i problemi del territorio vengano affrontati concretamente e con un senso di prospettiva. Sprechi e
cattive gestioni quasi sempre non derivano dai contenitori in sé ma dalla loro organizzazione, che
deve essere rinnovata secondo criteri non solo di rappresentanza ma anche di efficienza e
progettualità. Auspichiamo dunque una nuova definizione del perimetro della C.M., fondato su
criteri non esclusivamente altimetrici. Proponiamo di affrontare nella collaborazione tra gli enti i
problemi strutturali della tutela ambientale, dello sghiaiamento a partire dall’alto, della sicurezza
della viabilità, del turismo, della connessione internet, della mobilità, dei servizi alla persona.
4
2. SICUREZZA SOCIALE NELLA SOLIDARIETA’
QUALITÀ DELLA VITA, CURA DEL FUTURO, COESIONE SOCIALE E LEGALITÀ
Dare sicurezza sociale ai cittadini, alle famiglie e al mondo del lavoro è oggi una necessità per
garantire la qualità della vita. Questa sicurezza non si raggiunge agitando false paure o facendo
diventare la presenza degli stranieri (cresciuti di numero in modo certamente così rapido da
costituire un nodo sociale) l’unico problema della sicurezza, deviando così l’attenzione dall’origine
profonda dei problemi e dunque da metodi seri per affrontarli. Oggi il vero rischio è la perdita della
sicurezza sociale. La mancanza di lavoro, di futuro e il rischio povertà sono l’origine principale per
tutti, a partire dai giovani, di una crescente insicurezza, contro cui occorre intervenire. La sicurezza
dei cittadini, delle famiglie e delle imprese è l’imprescindibile condizione per la migliore
convivenza e il più accentuato progresso. Perciò la Provincia deve operare per garantire sicurezze
come:
• la certezza del posto di lavoro per garantire il reddito della propria famiglia;
• servizi sanitari, assistenziali e ospedalieri della massima qualità e della più tempestiva
disponibilità per la migliore condizione di salute;
• una elevata integrazione sociale ed etnica per offrire a tutti le migliori opportunità di crescita
individuale ed una coesione sociale;
• la cultura della legalità, della responsabilità, del rispetto e della tolleranza reciproci;
• la diffusione della cultura e della conoscenza (a cominciare dalla lingua italiana e dai
diritti/doveri della Costituzione validi per tutte/i anche per immigrate/i);
• la repressione dei reati e in genere delle pratiche illecite con la certezza della pena e delle
sanzioni.
Questi risultati si possono ottenere solo a partire dalla coesione e dalla solidarietà di tutti i cittadini,
la cui espressione deve essere in primo luogo in carico alle istituzioni. L’azione condivisa delle
istituzioni deve avere l’obiettivo di aumentare l’efficacia della capacità di prevenzione e di mettere
chi deve istituzionalmente svolgere compiti di controllo nelle condizioni di farlo, anche con un
adeguato sostegno economico, senza disperdere milioni di euro per creare nuovi organismi.
3. CUSTODIRE L’AMBIENTE PER AVERE CURA DELL’UOMO
MENO RIFIUTI E MENO COSTI, TUTELA DI ACQUA E ARIA,
AGRICOLTURA COME SISTEMA, NUOVE ENERGIE E RECUPERO DEL TERRITORIO
È il settore nel quale la Provincia gode da anni di poteri rilevanti. Nonostante questo, la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti urbani sono organizzati ancora in modo frammentato, con costi aggiuntivi
che gravano sui cittadini. Il problema va affrontato in primo luogo attivando una virtuosa e unitaria
politica dei comuni per la razionalizzazione delle raccolte differenziate, uniformando i sistemi di
raccolta, la riduzione della produzione di rifiuti e il più alto livello di differenziazione. Questo è un
compito primario della Provincia. Lo scopo è ridurre al minimo la frazione destinata a smaltimento.
Gli obiettivi operativi da raggiungere sono:
• aumentare la raccolta differenziata con il metodo porta a porta;
• ridurre i rifiuti da imballaggio; promuovere protocolli d’intesa con la grande distribuzione
per attivare nuovi sistemi di vendita al fine di diminuire gli imballaggi e quindi i rifiuti
• incentivare il compostaggio domestico;
• recuperare e riciclare le materie prime;
• promuovere il riuso e la commercializzazione dei prodotti derivati;
• sostenere/promuovere un sistema uniforme e trasparente di tariffazione (T.I.A.).
5
La quantità di rifiuti prodotti nella nostra regione e le dimensioni territoriali suggeriscono di tendere
alla creazione di un ambito unico regionale per una gestione razionale, economica ed
ecocompatibile. È necessario, inoltre, giungere a standard omogenei sul metodo di raccolta
differenziata e sulla tariffazione. Con standard omogenei aumenta la conoscenza, la trasparenza ed
il controllo evitando cosi che si formino situazioni di privilegio o di monopolio. Si deve altresì
promuovere l’economicità dei servizi con soluzioni innovative ed in concorrenza tra loro così si
potrà veramente contenere i costi, riducendo i rifiuti da trattare con vera e sincera attenzione per la
salvaguarda del territorio e dell’ambiente.
La Provincia deve dotarsi perciò di un nuovo e credibile programma che, in un processo di
miglioramento continuo verso la progressiva riduzione della quantità di rifiuti da smaltire
(“Obiettivo Rifiuti Zero”) sia orientato alla massima trasparenza (anche attraverso un idoneo
Sistema Informativo Territoriale) per consentire ai cittadini di controllare i dati (costi e tariffe) ed il
livello di raggiungimento degli obiettivi. Va poi sollecitata la redazione di un nuovo piano
regionale, che sappia affrontare in modo ecocompatibile e sulla base delle più avanzate metodologie
il problema della residua frazione dei rifiuti, anche coordinando e mettendo a sistema, senza
aggiunte dispendiose, gli impianti già presenti sul territorio regionale.
L’acqua è uno dei beni più preziosi. La Provincia deve affiancare in modo cooperativo i comuni e
gli ATO allo scopo di favorire con ogni utile iniziativa politica, e anche con eventuali supporti
economici, una virtuosa politica del ciclo integrato delle acque. Rientra in tale quadro anche il
supporto alla nascita di una unica società di gestione pubblica per ciascun ambito operante sul
territorio. Predisporrà inoltre la mappatura per la valorizzazione e pubblicizzazione delle fontane
pubbliche naturali presenti sul territorio, la cui acqua è garantita potabile e costantemente
monitorata, al fine di incentivare l’utilizzo di risorse naturali a costo zero. La Provincia si farà parte
attiva nella stesura del nuovo Piano regionale di protezione delle acque, attivandosi anche per
avviare la già approvata bonifica e ricalibratura dell’amianto nel Cellina. Il completamento delle
opere intorno al serbatoio di Ravedis avrà ricadute anche sul piano turistico.
La Provincia solleciterà, infine, la redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive, previsto
dalla L.R. 35 del 1986 e mai predisposto, in cui prevedere, tra l’altro, un programma per il ripristino
delle capacità di invaso dei bacini montani (es. Barcis e Redona), in alternativa all’apertura di
nuove cave. Lo sghiaiamento dei fiumi, anche per la presenza di dighe, ha senso anzitutto a partire
dall’alto, mentre in pianura si deve operare per uno sghiaiamento mirato.
La Provincia si farà parte attiva nella stesura del Piano regionale di protezione dell’aria (Vedi
Deliberazione Giunta Regionale n. 537 del 12 marzo 2009 (BUR n. 5 del 30 marzo 2009) e redigerà
il Programma attuativo di competenza.
Per lo sviluppo dell’agricoltura si segnalano i seguenti aspetti:
• L’Amministrazione provinciale è stata per anni un valente punto di riferimento per gli
agricoltori pordenonesi. Oggi non lo è più. Qualche anno fa ha deciso di smantellare l’ex
ufficio agrario, senza accompagnare il processo aggregativo con Ersa e seguirne gli sviluppi,
preservare le professionalità costruite in anni di lavoro, oggi relegate a ruoli discutibili.
• L’agricoltura per l’economia pordenonese è una punta d’eccellenza e l’amministrazione
provinciale deve accompagnare le imprese che vogliono innovare sia in termini di processi
produttivi, di prodotti (bio energie), di servizi ai cittadini come l’agriturismo, le fattorie
sociali, gli agro asili, le vendite dirette, la manutenzione del territorio. La Provincia che noi
vogliamo deve aiutare le imprese agricole a vivere in pace con il proprio territorio di
riferimento, facendosi garante di regole omogenee che favoriscano la compresenza di
attività produttive agricole con gli insediamenti civili, che consentano loro la manutenzione,
che controlli l’avi fauna opportunista.
• L’agricoltura va aiutata a fare sistema con il turismo naturalistico, dei borghi rurali ed enogastronomico.
6
La Provincia deve promuovere un uso razionale delle risorse energetiche con riduzione degli
sprechi e degli usi impropri, in primo luogo nella gestione del proprio patrimonio immobiliare. Il
passo successivo deve essere la promozione della massima diffusione di autoproduzione energetica,
quale solare fotovoltaico, solare termico, biomasse e mini idroelettrico.
La provincia punterà a:
• progetti e interventi sul proprio patrimonio immobiliare per migliorare le prestazioni
energetiche degli edifici, al fine di favorire il risparmio e lo sviluppo, la valorizzazione e
l’integrazione delle fonti rinnovabili, con conseguente diversificazione energetica;
• utilizzo nei futuri interventi edilizi dell’Ente (sia nuove costruzioni che ristrutturazioni) di
soluzioni sull’impiantistica, sul recupero delle acque e su altre attività che risultino utili nel
contesto della sostenibilità ambientale;
• promozione e sostegno alla diffusione di interventi volti a promuovere il risparmio
energetico, con sostegno alla certificazione energetica degli edifici, nonché l'utilizzo delle
fonti di energia rinnovabili, con campagne in-formative, a partire dalle scuole, volte a far
conoscere il valore del risparmio energetico.
Il territorio della nostra provincia è stato negli ultimi 15 anni intensamente urbanizzato, con nuove
costruzioni stradali, residenziali e industriali. Va limitata questa tendenza, prevedendo politiche di
recupero urbanistico che possano evitare ulteriore consumo del nostro territorio.
Coerentemente al profilo di una responsabilità di coordinamento dell’area vasta, la Provincia per
ogni piano o programma regionale avente impatto sull’ambiente, oltre alla piena realizzazione delle
previsioni normative per quanto attiene alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), assume
come scelta strategica la metodologia di Agenda 21, allo scopo di coinvolgere il maggior numero di
portatori di interesse nella definizione delle scelte ambientalmente sostenibili, da intendersi anche
quale forma di consultazione prevista dalla Direttiva 42/2001/CE.
4. LA CULTURA A SERVIZIO DEL TERRITORIO
FORMAZIONE PERMANENTE, SOSTEGNO A SCUOLE E ASSOCIAZIONI, TURISMO
La nostra provincia si caratterizza per la ricchezza e la diffusione del proprio tessuto culturale, cui
partecipano sia le istituzioni degli enti locali che il composito mondo dell’associazionismo. Si tratta
di un elemento fondamentale per la coesione e la crescita civile e sociale del nostro territorio e
perciò di una risorsa in grado di assegnare un valore aggiunto al territorio. In considerazione di
questo fatto riteniamo che l’Amministrazione Provinciale debba caratterizzarsi quale soggetto che
valorizza e promuove questo prezioso patrimonio sociale, favorendone e sostenendone
l’attività e lo sviluppo, incentivando la creazione di servizi culturali in rete, portando a
maturazione le potenzialità delle tecnologie della comunicazione.
Il ruolo della provincia non è dunque quello di organizzare direttamente eventi culturali sul
territorio, in particolare del capoluogo e dei mandamenti, ma bensì di supportare sia
organizzativamente che finanziariamente gli enti locali minori e le strutture esistenti perseguendo
l’obiettivo di valorizzare quindi l’intero territorio, anche montano, e i contenitori culturali esistenti.
In questa direzione andrà assegnata grande importanza alla erogazione di servizi a sostegno delle
attività culturali, in modo particolare per:
􀂾 operare e sostenere la formazione permanente quale requisito che valorizza il sapere come
patrimonio comune a tutte le età e a tutte le condizioni sociali;
􀂾 favorire le produzioni culturali, in particolare quelle di valore più significativo, anche con
lo scopo di svolgere una adeguata e qualificata azione di supporto al marketing territoriale;
7
􀂾 promuovere la costituzione di una rete tra operatori e realtà culturali del territorio attraverso
la messa a disposizione e la gestione di servizi comuni e di coordinamento delle
manifestazioni culturali d’eccellenza anche ai fini della promozione turistica.
Assumerà perciò rilievo la Consulta provinciale della cultura, entro la quale definire un
programma pluriennale di interventi in grado di enfatizzare e aumentare la ricchezza delle
produzioni della destra Tagliamento, frutto dell’impegno di migliaia di operatori, per la quasi
totalità volontari.
Va inoltre valorizzato con adeguati programmi il patrimonio dei beni culturali (storico, artistico ed
ambientale) con:
- messa in rete, sostegno e coordinamento dei siti museali del territorio per favorire fruibilità
e funzionalità, migliorandone la promozione anche per il loro potenziale didattico e di
conoscenza della storia e della cultura del Friuli Venezia Giulia;
- elaborazione, in collaborazione con gli enti locali interessati, di progetti pilota del
patrimonio storico artistico, con azioni di marketing territoriale mirato ad evidenziare le
personalità di eccellenza della provincia;
- sostegno all’associazionismo storico-archeologico ed a quello ambientale.
Questa azione di valorizzazione andrà connessa con l’azione di promozione turistica, che dovrà
puntare su forme di turismo “dolce e sostenibile”, sfruttando da un lato le risorse naturalistiche,
dall’altro il patrimonio artistico minore e il turismo legato ai grandi eventi culturali
(Pordenonelegge, Giornate del Cinema Muto, Dedica, Folkest, Il volo del Jazz, ecc…). Lungo
questa filiera di rete territoriale trova senso il potenziamento delle “greenways” costituite dalla rete
di piste ciclabili e quello dell’offerta di ospitalità con l’albergo diffuso e gli agriturismi, così come
lo sviluppo delle potenzialità estive del comprensorio di Piancavallo.
Va sviluppato il filone dell’economia culturale anche attraverso la creazione di nuove figure
professionali, ad esempio l’attivazione di un corso di musica da film con il conservatorio di Udine
collegata con l’attività universitaria e con le Giornate del muto a partire dalle professionalità già
presenti nel pordenonese. Il ragionamento vale anche per la scuola di fumetto.
Va inoltre proposta una gestione coordinata dei teatri presenti in provincia, sia da un punto di
vista organizzativo (appalti di servizi, di forniture ecc.) sia da un punto di vista di offerta culturale,
caratterizzando ove possibile i diversi siti. Va inoltre ricercata una forma di gestione che tenda a
coinvolgere l’associazionismo del territorio evitando però sprechi economici.
In accordo con le scuole superiori la provincia dovrà farsi carico di:
- scegliere un impegno privilegiato di sostegno alle iniziative culturali-scientifiche che le
scuole esprimono, per una ulteriore qualificazione ed approfondimento dell’esperienza
formativa e della creatività giovanile;
- concordare (consulta provinciale) linee di utilizzo e sviluppo di qualificati spazi della
provincia quali l’Auditorium Concordia, il Centro Espositivo di Corso Garibaldi (a
Pordenone), Palazzo Altan (a San Vito).
Un capitolo a sé stante merita la questione dell’Archivio di Stato, oggi ospitato in maniera
inadeguata in un anonimo condominio di Pordenone. La Provincia deve farsi carico di reperire uno
spazio funzionale e dignitoso per accogliere e rendere maggiormente fruibile quello che, di fatto, è
l’archivio storico della provincia di Pordenone.
La Provincia si dovrà infine impegnare nella promozione della cultura della memoria storica,
della pace, della nonviolenza, e dunque della convivenza multietnica e multireligiosa che ne sono
la conseguenza. A livello emblematico di una partecipazione di Pordenone allo sviluppo e alla
solidarietà con il mondo, la Provincia promuoverà progetti di cooperazione decentrata con i paesi
8
a maggiore presenza di immigrati nel nostro territorio, soprattutto nel campo del trasferimento di
tecnologie appropriate relativamente al solare, reti idriche, pozzi.
5. IL FUTURO DEI GIOVANI È IL NOSTRO FUTURO
SCUOLA, UNIVERSITÀ, PROGETTI GIOVANI E STILI DI VITA
Anche il futuro della Destra Tagliamento è legato a quello dei giovani, perché da essi dipende la
possibilità di dare una prospettiva a tutta la comunità, anche alle persone più anziane. Perciò si
dovranno attuare prioritariamente politiche in grado di assicurare a ciascuno dei nostri ragazzi il
massimo delle opportunità di crescita e di affermazione sociale e personale. Questo consisterà
anzitutto nella capacità di organizzare un sistema educativo, scolastico, di formazione
professionale e di alta formazione in grado di massimizzare le opportunità di ciascuno.
La provincia, attraverso l’impegno di proprie risorse di bilancio, dei propri servizi e lo sviluppo di
un’azione di coordinamento, si adopererà per sostenere l’offerta formativa ed educativa,
indiscriminatamente sottoposta al taglio dei finanziamenti ministeriali e del personale.
In tale quadro è essenziale un programma di ammodernamento, riqualificazione energetica e
ulteriore messa a norma degli edifici scolastici. Edifici efficienti produrranno risparmi da investire
in attività qualificanti.
Anche il Consorzio Universitario di Pordenone dovrà avere la giusta attenzione, al fine di:
􀂾 connettere sempre meglio l’offerta universitaria con i bisogni del territorio;
􀂾 curare e radicare i talenti offerti delle giovani generazioni.
Allo scopo di organizzare l’incontro di domanda e offerta di lavoro, il sistema educazione – scuola
– formazione professionale andrà coniugato costantemente con i servizi provinciali del lavoro e le
associazioni di categoria.
In un mondo diventato sempre più un mercato di opportunità, molte delle quali effimere e precarie,
occorre saper scegliere con discernimento. Ne consegue che bisogna investire per:
􀂾 un orientamento sociale che consenta ai giovani di conoscere e sperimentarsi nelle diverse
forme di volontariato sociale e partecipazione, come apprendistato di una piena e moderna
cittadinanza attiva;
􀂾 un orientamento professionale che significhi far conoscere le dinamiche del mercato del
lavoro e le sue vie di accesso, offrendo nel contempo strumenti ed occasioni di esplorazione
e valutazione delle proprie inclinazioni, capacità professionali e risorse personali.
Accanto alla prosecuzione delle linee di lavoro e del sostegno agli spazi di protagonismo giovanile
anche autogestiti nell’ambito dei c.d. Progetti Giovani, la Provincia deve dotarsi di un piano
triennale di propositi ed azioni per raggiungere gli obiettivi di Lisbona in materia di politiche per le
giovani generazioni, nonché di un sistema di partecipazione e consultazione che renda protagonista
la gioventù attraverso un apposito forum, come già avviene anche su scala nazionale.
Nel piano triennale, oltre alle misure volte alla crescita dei servizi in favore degli studenti, non
potranno mancare anche azioni di orientamento e scoperta delle potenzialità socio-culturaliricreative
presenti sul territorio, a ciò destinando l’istituzione di una “CartaGiovani” che garantisca
la possibilità ai giovani di accesso alle manifestazioni culturali a costi contenuti.
Saranno attivati appositi progetti volti a promuovere stili di vita positivi, così da favorire la
formazione sociale e civica, la solidarietà, la sicurezza stradale e contrastare i fenomeni di varie
9
dipendenze (alcolismo, tabagismo, sostanze psicotiche), delle patologie alimentari e delle forme di
dipendenza da gioco e sovraesposizione informatica.
6. NUOVO SVILUPPO CON AL CENTRO LAVORO E FORMAZIONE
QUALITÀ, OCCUPABILITÀ, CENTRI PER L’IMPIEGO,
RICONVERSIONE ECOLOGICA E CREAZIONE DI NUOVA IMPRESA
La Provincia deve diventare il punto di incontro, dialogo ed iniziativa comune di tutte le forze
politiche, economiche e sociali per affrontare i problemi dell’economia e dell’impiego.
Di fronte alla crisi economico-produttiva in atto, insieme alla pratica della solidarietà civile è
necessario da un lato agire per ridurre al minimo gli effetti negativi sulla vita delle persone e delle
famiglie; dall’altro avviare un nuovo orientamento che, facendo tesoro dell’esperienza, volga la
struttura produttiva del nostro territorio verso nuove mete, legate all’innovazione, alla qualità, alla
salvaguardia dell’ambiente.
Lo sviluppo del territorio non può più passare attraverso la crescita delle quantità. Va ricercato uno
sviluppo qualitativo che non può prescindere dal potenziale umano. Si impone perciò una politica
di ascolto nei confronti delle categorie economiche e sociali del territorio al fine di riuscire ad
attuare interventi mirati nel mondo del lavoro e della produzione.
Rispetto alle politiche per il lavoro, l’Ente Provincia ha deleghe importanti che deve sfruttare al
massimo. In generale occorre promuovere una moderna politica capace di coniugare flessibilità e
sicurezza (la cosiddetta flexicurity) per i lavoratori, soprattutto giovani, tramite accordi contrattuali
flessibili e affidabili, strategie di apprendimento lungo tutto l’arco della vita per adattarsi alle
necessità/opportunità del mercato, efficaci politiche attive nel mercato del lavoro e moderni sistemi
di sicurezza sociale per garantire la piena occupazione e combattere il precariato.
Su questa via, da un lato c’è bisogno di un adattamento più stringente del sistema educativo e
formativo alle offerte del mercato, dall’altro l’opportunità di fornire ai giovani disoccupati un
servizio su misura, percorsi personalizzati di tutoring e una corretta e tempestiva informazione su
opportunità formative e di lavoro.
Le giovani generazioni vanno incoraggiate anche alla mobilità geografica (tramite ad esempio il
servizio EURES e le misure previste nel piano d’azione per la mobilità professionale che mira in
particolare a facilitare la transizione dei giovani lavoratori dagli ambienti educativi e formativi al
mercato del lavoro). Andrà incoraggiato perciò l’uso del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 che
permetterà di finanziare una grande varietà di misure, quali ad esempio il counselling, l’uso delle
tecnologie dell’informazione e comunicazione e la collaborazione tra il settore privato, le autorità
locali e le università.
Per aumentare l’occupabilità la Provincia, come avviene ormai in tutta Europa, deve potenziare i
servizi informativi on-line a ciò predisposti, e sostenere tutti i soggetti che nel territorio vogliono
incrociare domanda e offerta di lavoro, nel rispetto delle diverse competenze specifiche. I Centri
per l’impiego (5 sedi con 50 dipendenti distribuiti su tutto il territorio provinciale), agganciati
sempre meglio al territorio attraverso il monitoraggio costante delle aziende oltre che con l’attività
di sportello, devono perciò fare rete con le agenzie per il lavoro e con tutti gli interventi delle
politiche del lavoro. Un obiettivo è farli diventare, sinergicamente con gli Enti di formazione, le
Organizzazioni sindacali e datoriali, i luoghi privilegiati per effettuare bilanci di competenze
individuali gratuiti in vista di un incrocio qualitativamente superiore tra domanda e offerta di
lavoro. Tali bilanci di competenze possono prevedere la partecipazione a corsi mirati di formazione
professionale per il potenziamento del proprio bagaglio di competenze in vista di una maggiore
occupabilità sul mercato del lavoro e la consulenza di un assistente al placement.
10
Questo servizio a rete, con forte regia pubblica e quindi della Provincia, deve funzionare sia per
prevenire la disoccupazione di lunga durata che per abbreviare il più possibile i periodi di
disoccupazione di chi il lavoro lo ha perso soprattutto a causa di crisi o fallimenti aziendali. In
questo caso tale servizio diventa cruciale quando a perdere il lavoro sono gli over 50, con il loro
carico di debolezza sociale e professionale a causa di più acuti problemi di ricollocazione.
È necessario rafforzare anche culturalmente la sperimentazione e verifica di pratiche di
conciliazione che permettano alle donne lavoratrici e madri di vivere con maggior serenità la
propria occupazione e il lavoro di cura. L’inserimento nel mercato del lavoro delle giovani donne e
madri va accompagnato anche individuando interventi in collaborazione con le imprese che si
rendono disponibili a ricercare formule che facilitino l’inserimento delle donne nel mercato del
lavoro.
Vale la pena allargare le funzioni che la Provincia esercita in termini di politiche del lavoro, non
solo per il servizio di collocamento al lavoro dipendente, ma anche offrendo, in convenzione con gli
enti di formazione, gli enti datoriali e i soggetti che esercitano consulenza specializzata (accreditati
o accreditabili), un servizio di sostegno alla creazione d’impresa soprattutto per i giovani.
È necessario dare continuità al “Progetto Comidis” (lanciato recentemente) per un collocamento
obbligatorio dei soggetti svantaggiati rientranti nella L.68/99 che sia sempre più mirato secondo una
progettualità che garantisca il lavoratore e accompagni l’azienda e il lavoratore nell’inserimento.
Sarà strategico coordinare le politiche per l’impiego con quelle della formazione. Forte attenzione
andrà dedicata al futuro delle grandi imprese, come ad esempio Electrolux, per le quali bisognerà
mantenere in provincia di Pordenone un consistente radicamento che includa le funzioni di
direzione, R&S e, nella misura massima possibile, la manifattura. Si tratterà di favorire e monitorare
una più efficace capacità da parte del Polo tecnologico e dell'Università di interfacciarsi con le
imprese per progetti di trasferimento dell'innovazione nei processi produttivi e nei prodotti stessi
per garantire una nuova e stabile occupazione.
Di assoluto rilievo in questo quadro deve essere l’impegno dell’ente intermedio nell’ottica di una
riconversione ecologica del tessuto produttivo della nostra provincia, orizzonte indispensabile per
affrontare in modo strutturale l’attuale crisi, anche costruendo o sostenendo reti di economia
solidale.
7. CITTADINI COLLEGATI CON PRATICITÀ E RISPARMIO
TRASPORTO PUBBLICO, MOBILITÀ PULITA, INFRASTRUTTURE VIARIE
E TERRITORIO AD ALTA TECNOLOGIA DELL’INFORMAZIONE
La mobilità dei cittadini è un diritto e deve essere sostenibile sotto il profilo ambientale, economico
e della sicurezza. La provincia si farà perciò portavoce e coordinatrice delle esigenze delle
comunità locali in sede di redazione del Piano Regionale del Trasporto Pubblico Locale. Il PRTPL
deve servire a riequilibrare a favore della Destra Tagliamento la distribuzione delle risorse regionali
per:
􀂾 incentivare l’uso dei mezzi pubblici da parte dei cittadini;
􀂾 potenziare il trasporto urbano e migliorare ulteriormente la qualità dei mezzi pubblici, anche
rendendoli maggiormente adeguati alle persone diversamente abili;
􀂾 potenziare le linee di trasporto extraurbano per dare un collegamento totale fra tutti i centri
della provincia con un aumento della frequenza e capillarità delle tratte di autobus e corriere;
􀂾 avviare, anche tramite il cofinanziamento, programmi di ulteriore diffusione del trasporto
pubblico locale, aggiungendo risorse ai fondi trasferiti dalla Regione alla Provincia per
11
pagare il costo dei servizi di trasporto flessibile a chiamata tanto rilevanti per anziani e
disabili, in particolare, ma non solo, nelle zone montane, in modo da garantire pari
opportunità ai territori;
􀂾 sostenere la mobilità pubblica di lavoratori e pensionati al minino, anche attraverso adeguate
e maggiori politiche di riduzione dei costi, con particolare riguardo alla mobilità
giovanile/studentesca e quindi ai collegamenti verso le sedi scolastiche e universitarie;
􀂾 concentrare l'attività della società pubblico gestore (A.T.A.P.) sul core business del trasporto
pubblico;
􀂾 ridare nuova centralità alla ferrovia, ivi inclusa la Sacile-Gemona e la Casarsa-San Vito-
Portogruaro. Sono maturi i tempi per avviare la riflessione e la progettazione di una
metropolitana di superficie in connessione con la nostra regione e il Veneto.
La Provincia dovrà svolgere un ruolo centrale nella definizione di piani comunali del traffico
coordinati fra di loro (anche a livello interprovinciale) allo scopo di aumentare la scorrevolezza
della circolazione di merci e persone.
La Provincia sosterrà una “mobilità pulita” dei percorsi sostenibili scuola-lavoro quali i progetti
piedibus e ciclobus, incentivando piani intercomunali di piste ciclopedonali capaci di realizzare
nella ferialità quotidiana spostamenti in sicurezza per lavoratori e studenti e una mobilità capace di
coniugare tempo libero e turismo cittadino e ambientale. In questa direzione per una piena
valorizzazione va pensata anche la gestione consorziata tra Comuni, Provincia e Parco delle
Dolomiti Friulane della ex strada provinciale 251 della Valcellina. Insieme ad un piano per
finanziare un programma generale di viabilità ciclabile (in coerenza con il piano regionale della
viabilità ciclabile) occorre perciò un forte stimolo e un’azione di coordinamento degli interventi di
cucitura tra le reti comunali per la realizzazione di una rete unica ciclabile provinciale.
La comunità provinciale dei cittadini e delle imprese sollecita anche la realizzazione o il
completamento delle infrastrutture viarie, essenziali anche per il trasporto delle merci. Le
principali sono:
􀂾 ristrutturazione in sede della SS 13 dal Tagliamento al Meschio;
􀂾 circonvallazione sud di Pordenone (completamente finanziata dalla giunta Illy per 25
milioni);
􀂾 circonvallazione di San Vito al Tagliamento (immediatamente cantierabile dato il
finanziamento di Provincia e Regione per un totale di 25 milioni);
􀂾 completamento della Vivarina;
􀂾 strada del mobile (completamente finanziata per oltre 50 milioni di euro dalla giunta Illy);
􀂾 asse trasversale Pasiano-Azzano X;
􀂾 prolungamento della bretella autostradale che dalla A 28 arriva alla zona industriale La
Croce di Vigonovo in direzione di San Giovanni di Polcenigo e di Fiaschetti; sistema di
adduzione del traffico da Sarone e Polcenigo in direzione della A 28;
􀂾 via Maestra da Cordenons a Pordenone;
􀂾 completamento della San Vito - Bannia;
􀂾 realizzazione di rilievo strategico della Sequals - Gemona.
Laddove le comunità locali e le imprese ne sollecitino la realizzazione, la Provincia fornirà i
supporti tecnici e si adopererà per la ricerca dei finanziamenti. Tali opere dovranno essere
previste nei vari piani del traffico ed avere il parere vincolante delle varie amministrazioni locali. In
questa direzione si deve operare per:
- la riduzione significativa dei canoni per i passi carrai ad uso civile;
- il superamento del disagio causato dal passaggio a livello di Sacile nel contesto della
sistemazione della Pontebbana;
12
- la realizzazione del sottopasso ferroviario di Pordenone tra Via Oberdan e via Candiani, del
costo di circa 10 milioni, opera essenziale per decongestionare la città e consentire di far
funzionare correttamente la stazione delle corriere, da poco trasferita proprio nel piazzale
davanti alla stazione ferroviaria;
- una semplificazione e riduzione dei costi generali, in accordo con i comuni, tramite
l’accentramento dei servizi per la manutenzione della segnaletica (da riqualificare) e dei
cigli stradali
Altri interventi potrebbero essere finalizzati a migliorare il trasporto urbano nell’area di Pordenone.
Nell’ottica della pari opportunità dei territori, particolare attenzione la Provincia dedicherà al
territorio montano, contribuendo alla messa in sicurezza delle strade che percorrono le valli
pordenonesi. Un serio ammodernamento, volto anche al risparmio di territorio e al miglior servizio
per i cittadini, non potrà prescindere anche dall’implemento di infrastrutture con l’accesso a internet
veloce. Gli investimenti enormi in banda larga fatti dalla regione durante l’amministrazione Illy per
portare le dorsali in ogni comune vanno ora sviluppati per portare la fibra ottica dalla centrale
Telecom agli armadi di ripartizione. L’obiettivo è fare della provincia di Pordenone un territorio
ad altissima intensità di Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).
Tutti i progetti relativi a grandi infrastrutture, che abbiano un impatto significativo sull’ambiente,
dovranno essere portati a un “Tavolo di concertazione ambientale”, dove valutare le alternative di
progettazione con il concorso dei portatori di interessi e delle comunità interessate.
Per tutto questo la Provincia si attiverà pertanto verso la Regione affinché a favore della Destra
Tagliamento (e non solo verso altri territori regionali) si avvii un programma di investimenti per
la mobilità con un apporto regionale di cinquanta milioni di euro l’anno per cinque anni.
8. ATTENTI AI BISOGNI CON SANITÀ PUBBLICA E SERVIZI SOCIALI
SALUTE E SERVIZI NEL TERRITORIO, OSSERVATORIO SOCIALE, ABITARE
La Provincia deve svolgere un ruolo politico di primo piano per promuovere il consolidamento di
una offerta di servizi sanitari di alta qualità, compresa la piena valorizzazione di alcuni servizi
d’eccellenza localizzati nella nostra provincia come il CRO di Aviano ed il Centro per i disturbi
alimentari di San Vito. A difesa della qualità e del diritto individuale alla salute va affermato che le
prestazioni sanitarie degli ospedali pubblici debbono rimanere interamente pubbliche e che la cura
dei cittadini va inquadrata nel contesto complessivo dei servizi per la salute, evitando di
polarizzare risorse e strategie attorno alla sola organizzazione ospedaliera, dal momento che anche
gli ospedali sono tasselli da rendere sempre più organicamente collegati ai bisogni del territorio.
Occorre perciò potenziare la funzione di coordinamento della provincia (assolutamente carente in
questi anni) su tematiche socio-sanitarie trasversali a tutti i territori, utilizzando anche la leva della
formazione per produrre linguaggi comuni e sinergie tra i diversi soggetti coinvolti.
Per sviluppare un modello forte di welfare di comunità, occorre che la Provincia potenzi e finanzi di
più l’Osservatorio sociale provinciale, perché questo possa a sua volta promuovere e coordinare in
modo più efficace la nascita e il radicamento degli osservatori comunali e/o intercomunali. Questi
osservatori sono un potente strumento per studiare/leggere i bisogni sociali del territorio e quindi
progettare e attivare servizi in modo più partecipato e capillare tra Servizi sociali e associazioni del
privato sociale, oggi particolarmente diffuso su tutta la provincia. Il potenziamento dell’osservatorio
provinciale andrà a tutto vantaggio dei Piani di Zona socio-assistenziali, così come dei progetti
sperimentali già attivati nel settore della disabilità e delle fattorie sociali.
13
Uno strumento innovativo per far fare un salto di qualità alle politiche sociali del territorio è quello
di promuovere, specialmente presso i Comuni, il Piano regolatore sociale attraverso il quale la
programmazione sociale fa sistema con l’urbanistica, l’organizzazione dei trasporti, ecc.
Il supporto sociale alla famiglia è un investimento necessario. La Provincia sosterrà le giovani
coppie che cercano di avviare una famiglia aiutandole nella ricerca di una casa che offra condizioni
economicamente sostenibili (convenzioni con le banche per mutui con tassi ribassati aperti a tutti i
residenti sul territorio). È evidente che si impone anche una modifica degli strumenti operativi al
fine di consentire all’ATER di gestire la sfida del “Piano nazionale di edilizia abitativa”. Ed è in
questo nuovo modello, sotto la regia della Regione e con la collaborazione delle Province, che le
ATER devono assumere un nuovo ruolo di braccio operativo dei Comuni e di erogatori privilegiati
di servizi abitativi a tutto campo, a partire dai soggetti più deboli. Questo è possibile non solo con
l’assunzione, verso corrispettivo, di incarichi di progettazione, esecuzione e gestione, con i Comuni
ed altri Enti Pubblici o Privati, tra cui le Università, ma soprattutto creando sistema e attivando vere
sinergie per creare un ufficio specifico finalizzato all’applicazione delle migliori tecniche di
risparmio energetico e un censimento di tutte le case e le costruzioni dimesse o abbandonate per
essere ristrutturate, evitando di occupare altre aree verdi, e privilegiando, al contrario, il recupero
dei centri storici.
9. FARE COMUNITA’
FAMIGLIA, SPORT, TERZO SETTORE E NUOVA CITTADINANZA ATTIVA
Il vero investimento per il futuro è rappresentato dalle relazioni umane. L’impoverimento del
sociale e della fiducia nelle relazioni, infatti, impoverisce anche la base dell’economia. Rinnovare
il nostro essere cittadini di un mondo che cambia è perciò la prospettiva aperta che richiede
l’impegno di tutti, nella legalità e nel sostegno reciproco.
La famiglia è alla base del nostro modello sociale e svolge spesso una funzione di supplenza nei
confronti di servizi pubblici insufficienti. È necessario migliorare la rete dei servizi pubblici ma è
utile anche aiutare direttamente le famiglie nello svolgimento di funzioni di utilità sociale. Questo è
ancora più importante nei casi di debolezza sociale. Cura degli anziani, dei disabili e dei bimbi in
età prescolare sono altrettanti campi in cui dispiegare tali politiche, anche con l’aiuto della
Provincia. Sarà opportuno, in particolare, sia nei territori meno collegati, sia in accordo con le
aziende (anche per le pari opportunità nei posti si lavoro), sulla scorta di altre esperienze
(tagesmutter), lo sforzo di attivazione delle forme di asilo domestico, al cui sviluppo la provincia
può contribuire anche con apposite proposte formative rivolte a garantire la qualità del servizio.
Al fine di permettere una miglior valutazione da parte di tutti i cittadini dell’operato condotto
dall’amministrazione provinciale, anche in un’ottica di promozione culturale e arricchimento
dell’analisi del lavoro svolto, si propone l’adozione del bilancio di genere, che permetta di condurre
l’analisi dell’impiego delle risorse pubbliche anche per quanto concerne i servizi alle donne.
Una riflessione e una pianificazione, in accordo con i comuni, andrà avviata anche per le strutture
adatte all’allungamento della vita, nella prospettiva di una terza età assistita a casa propria dai
servizi del territorio.
La qualità della vita in una società moderna si misura anche attraverso la quantità e la qualità della
diffusione delle pratiche sportive, soprattutto dilettantistiche, e la gestione del tempo libero. È per
questo che vanno sostenute tutte le attività sportive, nella consapevolezza che rappresentano una
opportunità educativa di primo piano, un modo per comunicare, per socializzare e per fare cultura.
In tale contesto la Provincia si dovrà fare carico anche del sostegno di alcune manifestazioni
sportive di particolare significato regionale, nazionale ed internazionale presenti sul territorio.
14
Il potenziamento delle strutture sportive non deve mirare tanto a nuovi impianti sportivi a valenza
provinciale, bensì all’ammodernamento e recupero di quelli esistenti con una progettazione
complessiva che ponga al centro del territorio quelli più importanti.
Verso una nuova cittadinanza l’emigrazione e l’immigrazione sono grandi sfide di ieri, di oggi e
di domani per l’intera comunità provinciale. La Provincia deve svolgere un ruolo decisivo con
programmi di breve e di lungo periodo a sostegno dei nostri emigranti, in particolare per coloro che
rientrano. Nella consapevolezza che il tema della convivenza tra etnie e culture diverse sarà
costantemente all’ordine del giorno per i prossimi decenni, la Provincia opererà per accrescere le
opportunità di integrazione degli immigrati con la popolazione locale, anche promuovendo
occasioni di incontro interculturale. Particolare cura sarà riposta nel promuovere la formazione di
mediatori culturali e delle badanti. La Consulta provinciale per l’immigrazione verrà istituita con lo
scopo di coinvolgere e responsabilizzare le comunità straniere che vivono nel nostro territorio.
Le associazioni sono un vero capitale sociale che arricchisce il nostro territorio, nell’ottica della
partecipazione responsabile, dello scambio non monetizzabile e dell’integrazione dei servizi alla
persona. L’intero terzo settore (associazionismo, volontariato, cooperazione sociale) è dunque una
risorsa straordinaria da valorizzare, fornendo servizi di supporto e un adeguato riconoscimento
sociale, anche nella prospettiva della rigenerazione del tessuto sociale. Andrà perciò maggiormente
dispiegata, in una prospettiva di sostegno alla rete civica, la collaborazione con il Centro Servizi
Volontariato.
Un progetto che la Provincia potrebbe promuovere in modo sinergico con i comuni è la creazione di
una rete di Banche del tempo e delle competenze per attivare uno scambio non mercificato delle
prestazioni che i cittadini potrebbero liberamente scambiarsi per soddisfare i loro bisogni.
La solidarietà e l’auto-mutuo aiuto, come valori tradizionali della gente pordenonese,
dovranno essere sostenuti anche nella nascita e diffusione di reti sociali autorganizzate che
propongano un impegno attivo dei cittadini (quale ad esempio il sostegno reciproco in situazioni di
difficoltà socio-economiche e nel praticare modelli di consumo sostenibili). Un buon esempio da
implementare saranno in questo senso i GAS (Gruppi di acquisto solidale).